sono le mie esigenze errate. Guido abitualmente una sportiva da 225 CV, è ovvio che la mia auto danzi fra le curve ed è molto più leggera nella guida sebbene pesi cento chili in più della Golf (1.248 Kg), perché la Golf deve dire a chi la guida “io non ti faccio scherzi, né guizzerò mai da qualche parte”.
     Nelle curve molto strette, il posteriore tende un po’ a partire per l’esterno della curva, ma te lo fa sapere con largo anticipo, mentre ho trovato difficile provocarle del sottosterzo, tanto più che l’ESP, disinseribile, non è nemmeno troppo invadente e stiamo parlando di una situazione di aderenza invernale. In ogni caso, se si vuole fare un po’ di guida sportiva non al limite, aiutati dall’abbondante coppia del motore, che spinge bene a basso regime, ci si può divertire. Promossa!
     A proposito, il motore: si tratta del collaudato quattro cilindri da 1.598 cc turbo diesel common rail da 77 KW (105 CV) a 4.400 giri/min e con ben 250 Nm di

coppia a partire da 1.500 giri/min, il quale consente alla Golf di Carlo di raggiungere i 189 Km/h di velocità massima ed una accelerazione, da 0 a 100 Km/h, in 11,3 secondi.
     È un diesel, non possiamo aspettarci una spinta continua tirando le marce e così è, quindi, dopo i 3.000 giri è pressoché inutile continuare con la medesima marcia, meglio cambiare, meglio godersi la spinta del motore in un regime tra i 1.500 e i 3.000 giri. La coppia è abbondante per un 1,6 ed è subito disponibile, mentre il turbo aiuta ma senza far sentire troppo la propria entrata in funzione. Il risultato è che, volendosi far cullare dal destra-sinistra delle curve collinari godendo di

un po’ di sportività e piacere di guida, si rimane in terza marcia, senza mai cambiare, e si ha comunque una bella spinta dietro la schiena. Molto, molto piacevole se non si ha velleità da pilota di rally.
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