si dimostra assai accanita.
     Lentamente, Sandra prende coscienza del pericolo che lei e il bambino che porta in grembo stanno correndo, perché i Christensen, da autentici predatori, pian piano la stanno condizionando psicologicamente, approfittando della sua solitudine in un paese straniero, lontano dalla famiglia e dagli affetti più profondi, con il fine ultimo, aberrante, di impossessarsi dell’innocente che verrà al mondo e plasmarlo a loro immagine e somiglianza. Tuttavia, Julìan non demorde e, attratto forse anche sentimentalmente dalla giovane che ricorda lui l’amata moglie morta ma sempre presente nei suoi pensieri, mette in atto una sublime vendetta, la quale prende corpo piano piano, svelandosi davanti agli occhi del lettore, pagina dopo pagina, sottile, inquietante e a prima vista impensabile.
     È forse questo libro il racconto del Terrore contro il Male? Della paura che nasce nelle viscere e ti accompagna come una sottile inquietudine che avvelena l’anima? Di certo, questo è ciò che si aspettavano i lettori italiani dopo il successo ottenuto dal libro in Spagna, dove si è rivelato un caso editoriale senza precedenti.
     Pubblicato nel 2010 con il titolo più significativo “Lo que nasconde tu nombre” (Quello che nasconde il tuo nome n.d.r.), il romanzo in Spagna ha scalato le classifiche di vendita e la scrittrice è stata applaudita dalla critica con l’assegnazione del premio Nadal, il premio letterario spagnolo più antico e prestigioso, con la seguente motivazione: “un libro che racconta di una storia di amore e di coraggio, di memoria e di colpa, di speranza e di forza, una storia che rimane impressa nell’anima per sempre”.
     Si parte leggendolo emozionati, tutto di un fiato, con una leggera ansia che cresce man mano che le pagine volano via veloci, in cerca degli attesi colpi di scena, di emozioni vorticose, ma queste tardano ad arrivare. Che fine hanno fatto i sentimenti forti, la suspense e i personaggi caratteristici? Sono ben nascosti fra le pieghe del romanzo, bisogna dar loro la caccia come fa Julìan con i Christensen, oppure è il lettore, stordito dalle roboanti recensioni che hanno accompagnato l’esordio del libro in Italia, che non li riesce a cogliere? Che fine hanno fatto le lotte epiche del Male contro il Bene, della giustizia che trionfa su tutto, dell’amore che sistema ogni cosa? Dove sono i personaggi definiti dalla critica estera “dipinti con lievi pennellate ma capaci di lasciare un segno indelebile nella memoria”?
     Nonostante il tema di fondo interessante, anche se un po’ banale e sempliciotto (forse è per questo motivo che ha interessato Hollywood?), la storia

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