“disinteressatamente” la cultura, cos’è successo a tuo parere, cosa si è rotto in questo meccanismo? Aveva forse ragione Andy Warhol quando predisse “nel futuro tutti avranno i loro 15 minuti di celebrità”, oppure Alessandro Baricco quando parlava di calata dei Barbari e dell’affermazione di un certo modello culturale?
     “Occorrerebbe scrivere un intero libro per affrontare in modo esaustivo l’argomento e forse non basterebbe. La mancanza di adeguati finanziamenti rappresenta la parte più evidente di un modo d’intendere la cultura come qualcosa di superfluo, magari anche importante e meritevole di attenzione, ma comunque non indispensabile. È questo il grande equivoco storico del Novecento; la drammatica rottura con la tradizione romantica del Rinascimento e dell’Ottocento. Un malcostume sociale radicatosi in modo ancor più grave in Italia.”
     “La letteratura è una cosa concreta, utile alla nostra vita almeno quanto la farina e il tetto sotto cui dormiamo. L’immaterialità della letteratura non esiste. Se la letteratura non tocca il lettore, non ne infiamma le passioni, non ne fulmina la coscienza, non ne riempie la pancia, non lo sporca con la terra bagnata da un acquazzone, se non lo trasporta fisicamente dentro il narrato, allora non è letteratura. L’arte, compresa quella della letteratura, è ciò che dà senso e bellezza alla nostra vita. Cosa c’è di più concreto, necessario, indispensabile? Cosa c’è di più urgente nel bilancio individuale di una vita, che essere riusciti a viverla avendo saputo dare senso e bellezza al proprio passaggio. Essendo riusciti a trattenere nei propri pensieri quei cinque, sei momenti cruciali, intensi, meravigliosi, che ci danno la giusta misura di quanto sia valsa la pena esserci, pur con tutti i sacrifici, i dolori e le delusioni che esserci comporta.”
     “Pensare di riproporre oggi un serio dibattito politico-culturale su questi temi mi pare davvero difficile, perché manca nella comunità sociale una reale esigenza di cultura. Purtroppo, non credo affatto che oggi la società civile sia migliore di chi la rappresenta a livello politico e istituzionale. Nessuno, oggi, sente più il bisogno di riflettere sulla bellezza delle cose, sull’importanza di dare bellezza alla propria vita. L’unico bisogno è apparire, costi quel che costi. Ecco perché Andy Warhol è stato uno dei più grandi artisti in assoluto del Novecento. Perché aveva sentito il terremoto quando la terra era ancora immobile.”
     Che rapporto c’è tra il tuo modo di scrivere e il cinema a cui sovente fai riferimento? Non pensi che il Cinema stia fagocitando tutte le altre arti comprendendole tutte?

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