statica dell’opera, garanzie che le planimetrie del definitivo certamente non garantiscono. Si segnala anche che la chiusura dell’accesso lamentato da Prosimet interessa anche la Confalonieri, la quale vanta un diritto di passo, oggi non utilizzato, proprio verso tale accesso.
     La Bayer segnala la modalità quantomeno poco “ortodossa” con la quale è stata data comunicazione “provvisoria” delle aree da espropriare, senza cioè atti ufficiali. Oltre alla questione delle garanzie mai formalmente ottenute circa le interferenze segnalate (allontanamento del viadotto dalla sottostazione, ripristino del passaggio di emergenza e oneri per lo spostamento della sottostazione del metano), segnalano l’inserimento sul lato Est dello stabilimento, in piena area di rischio di secondo livello, la green way, parte del progetto di mitigazione ambientale.
     Ecolombardia 4 sostiene che, secondo la nuova versione del progetto, il tracciato della dorsale sembra ora leggermente più distaccato, migliorando (forse) le geometrie dell’accesso dalla controstrada. La struttura degli accessi con controviale rendono obbligata la direzione di marcia verso Sud. Se questo non presenta un problema nel funzionamento normale, ci si domanda tuttavia se questo non causi una situazione di aumento del rischio in condizioni di emergenza (si ricorda anche al proposito la richiesta di avere almeno un sottopassaggio pedonale per l’evacuazione verso l’altro lato della strada).
     Da Bottanuco si evidenzia che nella nuova versione del definitivo ancora non compare il pur richiesto collegamento tra la strada delle cave, che viene deviata sulla via Dante Alighieri, e la SP.170. Inoltre, segnala anche come il progetto della green way ciclabile, che nella prima versione seguiva un tracciato indipendente, si appoggi ora su strade esistenti con una lunga deviazione verso il centro del paese, via Damiano Chiesa, via Dante, questo senza che nessuno abbia interpellato l’Amministrazione. Far-Farcoll, invece, parla di due gravi interferenze lamentate, ma solo la prima, quella relativa al posizionamento del casello in piena zona di rischio, sembra essere risolta, mentre viene nei disegni riproposto ancora l’assetto contestato per il parcheggio a servizio dello stabilimento, rispetto al quale è stato a suo tempo sviluppato un progetto alternativo. La situazione è complicata dal fatto che a suo tempo Pedemontana richiese, per accettare la controproposta, di avere l’assenso della Provincia, assenso che, se verbalmente assicurato, non è tuttavia mai stato formalizzato. Ed ancora, esprime una qualche perplessità sulla green way, il cui tracciato che lambisce ad Ovest lo stabilimento, ricade anch’esso nell’area di rischio. In

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Pedemontana, Incontro, 3 febbraio, 2011, Sindaci, Confindustria, Aziende, Locali, CAL, Zonca, Massimo, Progetto