compierlo con il livello dei cantieri, insieme a mio padre, anche se solo idealmente io facevo una fotografia e quindi la considero una passione che è sempre stata in me, un istinto, o meglio un gestuale istinto che stava dentro di me.”
     Perché Polaroid?
     “Polaroid ha un storia. Io ho iniziato a fotografare in bianco e nero fino all'età di 26 anni ed era dall'età di 19 che stampavo in bianco e nero; ero diventato molto abile in camera oscura. Ricordo ancora le prime volte con mio cognato, in camera oscura, a sviluppare negativi. Passavamo ore a sviluppare e spesso uscivano i negativi tutti neri perché ci dimenticavamo il fissaggio, al ricordo mi viene ancora da ridere perché è una cosa pazzesca, mi ricordo di mio cognato Paolo che dopo 10 rullini diceva ‘porca miseria! Mi sono dimenticato il fissaggio!’ Tutto questo dopo che avevamo passato la domenica in giro a fotografare e passavamo il lunedì sera tappati in camera oscura. Risultato? I rullini tutti neri!”
     “L'esperienza in camera oscura è stata molto importante anche per il successivo utilizzo di Polaroid. Dopo 7 anni, però, non ne potevo più, anche perché io non amo il buio, vengo da un'esperienza infantile non bella trascorsa in quella patria galera che sono gli orfanotrofi e quindi non mi piaceva stare al buio ed anche adesso non mi piace stare al buio, non mi piace stare in una stanza chiusa a chiave e così da questa intima necessità di luce, nel 1983, dissi o la smetto di fotografare, perché non potevo pensare di fotografare e non sviluppare e stampare io le foto, oppure mi dò alla Polaroid. I primi risultati furono tragici, inquadravo te e mi usciva il lampadario, a causa di un parallasse mostruoso, poi, quando sono riuscito a correggere il tiro, è nata la mia storia con la Polaroid. Però bisogna dire che il tutto nasce da un'intima necessità. Sicuramente mi è servita molto la camera oscura perché la profondità di campo, la latitudine di posa, l'errore di reciprocità, la sensibilità, la sensibilità della carta, il contrasto, sono tutte cose che mi sono servite poi con Polaroid. Essa è un mezzo facile, ma in questa facilità se tecnicamente non hai una bella formazione è facile scivolare sulle migliaia di bucce di banana che incontri per la strada.”
     I mosaici. Da dove è nata l'idea?
     “I mosaici nascono perché quando ho iniziato a fare Polaroid ho capito che questo strumento si poteva confrontare benissimo con la storia dell'arte e piacendomi tantissimo il periodo del Bauhaus mi è venuto questo trip del

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Intervista, Maurizio, Galimberti, Fotografo, Artista, Ritrattista, Polaroid, Impossible, Libro, New York, Johnny Depp