e messi in vendita; nel 1825, furono acquistati in blocco al prezzo di 6.050 lire, acquisto gravato dal Demanio dell’obbligo di non alterare la forma dei sotterranei, dei bastioni e delle mura. Causa lavori di scavi abusivi lungo via Tre Armi, lavori eseguiti per realizzare il nuovo Seminario, il 25 aprile 1826 il Bastione di San Giovanni ebbe un cedimento strutturale. Del suo restauro e conservazione se ne occupò sia l’Intendenza di Finanza, preoccupata che dal varco aperto così nelle mura potessero essere introdotte merci di contrabbando, quanto il Podestà Conte Moroni, che appoggiava caldamente la sua ricostruzione in quanto “le mura dell’alta città di Bergamo meritano per la loro bellezza, solidità e felice composizione di essere possibilmente conservate”. I lavori, paradossalmente, si protrassero per diversi decenni.
     Nel 1829 il comune diede il via ai lavori per realizzare una nuova strada tra porta San Giacomo e porta Sant’Alessandro, lavori ultimati nel 1841 con la creazione di Colle Aperto. Essi risultarono molto impegnativi proprio nel tratto in corrispondenza del baluardo di San Giovanni, dove si “tagliò” il colle stesso: da allora, persa ogni connotazione militare (cannoniere, cavalieri, spalti eccetera) la piazza superiore del baluardo di San Giovanni è utilizzata come belvedere sulla città bassa di Bergamo.

     Come e da chi è nata l'idea di portare alla luce la cannoniera?
     “Parlando con la gente del posto,” ci spiega l’ingegnere Giulio Pandini, “soprattutto con persone di una certa età, vengono alla luce molte curiosità inerenti la nostra amata Città Alta. È così che si è venuti a conoscenza della cannoniera sita nel baluardo di San Giovanni, risalente al 1500. Si sa che ci sono, si sapeva dell’esistenza del sito, se ne intravedeva qualche scorcio nelle mura, ma quando la gente te ne parla come fosse un dolce ricordo e gli studiosi, come l’ex assessore Francesco Macario, grande appassionato di storia, ne dimostrano l’esistenza, ecco che nasce il desiderio di portarli alla luce. È stato così che mio padre, l’ingegnere Giovanni Pandini, fondatore nel 1957 dell’impresa omonima, ha pensato di festeggiare i cinquant’anni di attività dell’azienda regalando a Bergamo la possibilità di rivedere e vivere la cannoniera, operando, senza mezzi termini, con grande generosità.”
     L'iter, il percorso di lavoro che vi ha permesso di realizzare con successo il progetto.
     “Non vi è stato da subito un progetto ben definito. Si è partiti nell’ottobre del 2007 e si è proseguito a piccoli passi, decidendo la strada da seguire in relazione alle continue scoperte frutto di sondaggi, carotaggi, scansioni con il laser. Il lavoro è stato molto lungo più che difficile, in quanto eravamo in stretto contatto con la Sovrintendenza ai Beni Culturali nella persona dell’architetto Giuseppe

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