superare la timidezza, l’ansia, le piccole difficoltà nella relazione con gli altri, una specie di “doping” per migliorare le proprie prestazioni sociali. Una donna con il bicchiere in mano, fatto che una volta era visto come un motivo degno di rimprovero, è un modello vincente, quella che ha più successo in compagnia, oppure, se è più adulta, incarna la donna di successo, dalla brillante carriera, che riesce a stare al passo con gli uomini. Non di rado si possono notare nei locali più alla moda donne in libera uscita dal lavoro che sorseggiano bourbon o whisky, liquori amarissimi fino ad oggi appannaggio di uomini rudi… Generalmente, durante gli aperitivi si bevono superalcolici, birra, cocktail o vino in quantità non certo ridotte: neanche con quest’ultimo si può esagerare, nonostante si dica che un bicchiere di buon rosso aiuti il cuore a restare giovane è sempre una sostanza che contiene alcol e che quindi fa danni.
     E i giovanissimi da quali bevande sono attratti e quali sono i rischi? Gli astuti pubblicitari hanno lanciato una moda nuovissima, che spopola dalle città alle spiagge, i cosiddetti “alcolpops”. Sono bevande coloratissime, pronte da bere, che appaiono banali succhi di frutta, ma in realtà sono veri e propri alcolici (13g di alcol in media per bevanda). Confezioni accattivanti, colorate e trendy, gusto dolciastro e gradevole, pubblicità martellante che ti convince che se li bevi sei “troooppo Trendy”: ecco spiegato il loro successo, ecco perché l’allarme alcolismo coinvolge anche i giovanissimi. Da una recente statistica è emerso che l’età del primo drink è scesa a 11 anni!
     L’optimum sarebbe non bere affatto, se purtroppo non si riesce a stare senza alcol ci si dovrebbe limitare ad un bicchiere al giorno, uno di rosso, una birra o un solo superalcolico. Il social drinking è insidioso, non ci si accorge di esser diventati dipendenti perché bere sembra naturale. Per capire se si sta passando il limite bisogna farsi un esame di coscienza e capire se i drink sono diventati troppi, se servono come “stampella emotiva” per affrontare le occasioni più importanti, quando si ha bisogno della “carica giusta”. Se fosse così, si deve cercare aiuto chiedendo consiglio al nostro medico e, nel caso, successivamente rivolgendosi a terapeutici specializzati.
     Non dimentichiamo che questa moda impatta in modo negativo anche sul nostro amico fegato, che, ahimè, è dotato di una propria memoria prodigiosa: gli stravizi di gioventù, alimentari ed alcolici, saranno da noi ripagati con gli interessi in età adulta, con tutta una serie di disturbi, più o meno gravi, legati proprio a questo organo così sottovalutato ma estremamente importante per il buon funzionamento del nostro corpo.

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