La giunta Bruni aveva, infatti, impostato la propria azione amministrativa, nel corso del quinquennio, concentrandosi su temi di rilevanza sociale come le politiche ambientali, la casa, la partecipazione dei cittadini, il progetto di pedonalizzazione progressiva della città, il mantenimento dei servizi sociali, il rilancio turistico e culturale della città, ponendosi in una posizione di rigidità verso coloro che coltivano interessi divergenti, finalizzati alla speculazione e ad una sorta di liberismo amministrativo a discapito dell’interesse collettivo. Macario punta ora il dito verso le opere che l’attuale amministrazione vorrebbe ripensare, come la tangenziale Est, progetto abortito da Bruni, la discussa riapertura al traffico veicolare di ampie zone della città con il “placet” dei commercianti, lo stop alla realizzazione delle case sociali per agevolare l’investimento del mercato edilizio e la revisione del Pgt. Insomma, sono state rivendicate quelle posizioni chiare che connotano il ruolo e l’azione politica della passata giunta e che criticano atteggiamenti improntati, per usare le parole del suo accusatore, a mantenere “relazioni con le solite consorterie economiche” a detrimento del bene pubblico.
     Le censure di Macario, mosso da una evidente inquietudine politica interiore, appaiono piuttosto scontate, anche perché ripropongono le solite litanie del conflitto di interessi (più che legittime a livello nazionale) tra soggetti che rivestono un ruolo pubblico e che rappresenterebbero, seppur indirettamente, interessi privati, dimenticando che qualsiasi politico di ogni latitudine e a prescindere dal colore politico difficilmente si affranca da una realtà che sovrappone il pubblico al privato e viceversa. Le accuse appaiono sicuramente poco ortodosse se coniugate all’altro classico cavallo di battaglia del centro sinistra, vale a dire tacciare di xenofobia qualsivoglia presa di posizione, anche coreografica, relativa alla sicurezza e all’ordine.
     Qui entra in gioco l’odiata Lega Nord, ago della bilancia dell’attuale realtà amministrativa, che avrebbe scatenato una strumentale campagna mediatica contro immigrazione e criminalità anche nel capoluogo orobico pur di agevolare la conquista dello scranno comunale da parte degli alleati. Affermare che la Lega abbia cavalcato le inquietudini della collettività è vero in parte, come è altrettanto vero che il centrosinistra, al di là dei dati che come al solito servono a creare confusione e a distorcere la realtà effettiva, ha avuto sempre una visione periferica sull’argomento, più per un sorta di peccato originale che di reale volontà ad affrontare il problema.

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