“persone normali fino ad ora”: c’è forse un certo morboso compiacimento di noi stessi nel giudicare gli altri, ma probabilmente anche noi pirandellianamente potremmo manifestare un'altra personalità nascosta, incontrollabile, che potrebbe indurci a compiere azioni che condanniamo negli altri…
     Il sommo poeta Dante attribuiva la causa del male alle tre fiere, rappresentanti i mali della società del trecento, ma presentissimi anche ai nostri giorni: la lussuria, la superbia e la cupidigia, rappresentate dalla “lonza maculata”, dal leone “che avanza con la test’alta e con rabbiosa fame”, dalla lupa “che di tutte brame sembiava carca nella sua magrezza” (Inferno, canto I). Quante persone potremmo catalogare con questi vizi! Lo studio di Alighieri è stato riportato in auge da Benigni, purtroppo in ora antelucana, come accade per tutte le trasmissioni culturali delle diverse reti televisive, le quali per favorire l’audience prediligono in prima serata veline, letterine, spettacoli nazional-popolari che allontanano dai pensieri e dalle problematiche che ci circondano. Come non ricordare il famoso “panem et circences” di romana memoria con cui i potenti di Roma antica cercavano di addormentare le folle con la distribuzione gratuita di pane e la presentazione di spettacoli negli anfiteatri… o “l’insabbiamento” con spettacoli di procaci ballerine, “date sesso, sesso, pornografia…”,  con cui certi politici italiani cercavano di nascondere, secondo Dario Fo, gli intrallazzi che compivano…
     Ho seguito con piacere i commenti dell’Inferno, anche se credo che la presentazione della preghiera alla Vergine di San Bernardo (canto XXXIII del Paradiso) abbia toccato livelli culturali e religiosi di notevole spessore. Riflettendo sulla realtà infernale sono sempre stato colpito dal vero dramma dei dannati: hanno perso la luce di Dio, sono in uno stato di disperazione, non hanno speranza di morte…
     Forse la vera spiegazione del male potrebbe essere che il mondo moderno ha perso Dio, non solo quello cristiano, e lo ha sostituito con i falsi dei della lussuria, della superbia e della cupidigia, che credo trovino il loro paradiso in una globalizzazione selvaggia dove l’uomo ha perso la sua identità travolto dall’idea dell’apparire, dell’accumulare, dell’egoismo: poverino! Anche coloro che hanno accumulato ricchezze, i signori dell’etica moderna, che credono di poter essere padroni della vita dal concepimento fino alla morte, moriranno come il più povero dei derelitti, forse con esequie più appariscenti di quelle che ormai riguardano anonimi immigrati abbandonati negli obitori in attesa di

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