tal senso, anche per le eventuali nicchie del mercato interno. Per tutte le versioni, la motorizzazione prevista è un bicilindrico di soli 624 cm3 con 33 CV di potenza, atto a spingere la NANO oltre i cento chilometri all’ora e con una percorrenza media di venti chilometri con un litro di benzina.
     Per noi europei, una simile vetturetta per ora resta un miraggio, anche perché adeguandola ai nostri standard di sicurezza con doppio Airbag ed ABS, dotandola poi dei dispositivi antinquinamento obbligatori nel nostro paese e aggiungendo a tutto questo le tasse doganali di importazione, le aggiunte farebbero lievitare il suo costo fino alla soglia delle utilitarie europee, vanificando così ogni tipo di beneficio. Forse qui da noi avrà un futuro solo come quadriciclo leggero. Tuttavia, nel nostro paese il “low cost” è entrato in due modalità differenti. Vediamo quali.
     La prima riguarda i prodotti cinesi, il cosiddetto “far est”, che ha interessato dapprima la produzione di ciclomotori e scooter cloni di modelli giapponesi ed europei quasi sempre fuori produzione, grazie anche all’acquisizione in oriente di vecchi impianti produttivi occidentali e con il plus del basso costo della manodopera locale. Successivamente, la stessa filosofia è stata trasferita sulle automobili, creando dei veri e propri ibridi di vetture già largamente prodotte utilizzando tecnologie meccaniche collaudate anche se un po’ vetuste. L’esempio più calzante è la nascita del marchio DR a Macchia D’Isernia, in Molise, dove,

grazie ad un accordo tra l’imprenditore italiano Di Risio (da qui il marchio della casa costruttrice) e la casa automobilistica cinese CHERY, è iniziata la produzione di un SUV economico a due ruote motrici, basato sulla scocca della vecchia Toyota Rav 4 con meccanica italiana della FIAT di qualche tempo fa e in vendita per ora solo nei grandi centri commerciali. Neanche a dirlo, i prezzi sono estremamente convenienti e le

dotazioni full optional.
     La seconda modalità, che ha interessato il mercato italiano in materia di primo prezzo, è stata quella della Renault, la quale, per prima, ha sviluppato una vettura media di stampo economico da far produrre dalla propria consociata Dacia in Romania, sfruttando le sinergie del gruppo e la manodopera locale a basso costo. Il risultato di tale operazione è la LOGAN. Questa poco fortunata
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