superfluo. È chiaro che se gli Istituti di credito bergamaschi, annegati in un tessuto imprenditoriale fra i più sani della Lombardia, forse anche dell’intera nazione, chiudono i rubinetti in quanto non si fidano delle PMI (delle Piccole e Medie Imprese), mettono in crisi il basamento economico locale. Paolo Agnelli, presidente di Apindustria Bergamo e di Apilombarda, l’associazione dei piccoli e medi imprenditori, ha dichiarato che ultimamente le PMI si sono viste negare dalle banche bergamasche leasing per macchinari già deliberati o, addirittura, richieste di rientro per finanziamenti già erogati da poco. Così non si fa! È un disastro! Praticamente chiudiamo tutti, tutti a casa! Sì, ma per quanto ultimi, vanno a casa anche loro senza di noi!
     Le prospettive per l’anno prossimo, come dicevo, sono drammatiche. C’è voluto un po’ di tempo, ma finalmente i mutui hanno iniziato a costare meno alle famiglie; peccato che chi è senza lavoro non ha più un euro per qualunque rata… dobbiamo in qualche modo tirare la cinghia, sul serio, come ci hanno insegnato i nostri nonni, tuttavia ce ne siamo dimenticati quasi tutti. Inoltre, qui subentra il teorema del “bicchiere troppo pieno”: abbiamo agognato e raggiunto il lavoro d’ufficio, o qualunque altra occupazione che non ci sporchi le mani, mentre i “mestieri” che sporcano, che affaticano fisicamente, li abbiamo lasciati agli immigrati. Adesso, se io restassi senza lavoro non mi vergognerei di andare a lavorare in campagna o in una impresa edile o di andare a scaricare i camion, prima di arrivare fino a qui ho fatto molta gavetta. Penso che come me ci siano molti lettori disposti a lasciare a casa l’orgoglio per fare un lavoro umile, ma, tuttavia, mantenere la certezza di avere ancora una casa dove riporlo, solo che se non c’è posto da altre parti, se tutti i lavori umili se li sono presi gli extracomunitari che cosa facciamo?
     Io, nondimeno, lo avevo scritto più volte anni fa: “mettete via i soldi”, non li spendete per cellulari, televisori, vacanze da 8.000 euro da pagare a rate, sommate alle rate dei mobili, a quelle dell’auto e del mutuo… chi mi ha dato del moralista oggi si deve ricredere: avevo ragione!
     In mezzo a tutta questa negatività stride la salute di Infobergamo.it, che annovera il 2008 come uno degli anni più belli dell’ultimo lustro. Certo, nel 2004 ogni mese c’era una novità; in quell’anno eravamo vulcanicamente pieni di idee, le quali, applicate, funzionavano tutte, ma la crescita, i frutti del nostro lavoro li abbiamo raccolti soprattutto quest’anno. Ad ogni modo, non ci sentiamo come dei “benestanti in mezzo ai poveri”. Infobergamo.it è come un’azienda con 15 dipendenti, ma non produce reddito per scelta: ha forse meno valore per

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