delle imprese è decuplicato. Questa fiorente produttività però comportava una migrazione delle attività cittadine dalla Cittadella verso il Borgo, creando il problema del trasferimento degli edifici pubblici. Infatti, Prefettura, Amministrazione provinciale, Tribunale ed altri servizi pubblici, erano nella parte alta di Bergamo e comportavano notevole disagio, nonché perdita di tempo, a coloro che vi si dovevano recare. A prescindere dal fatto che questi uffici erano angusti e già insufficienti, nondimeno erano ben lontani dal ruolo di rappresentanza che avrebbero dovuto avere.
     È soprattutto per questi motivi che nel 1864 l'Amministrazione provinciale, sebbene consapevole di non poter contare sul contributo del governo, ha deciso di concretizzare il trasferimento degli uffici pubblici, compresi la Prefettura e l'alloggio del Prefetto secondo quanto previsto da una "Legge Comunale e Provinciale" che sarebbe

stata approvata a breve, prendendosi carico di tutti gli oneri naturalmente. Il problema più grande sembrava, tuttavia, dove e cosa adibire a questo tipo di servizio e le scelte erano le seguenti: costruire un nuovo palazzo, ristrutturare uno stabile demaniale o acquistare un'abitazione da un privato. Con l'arrivo di numerose proposte private, l'ultima ipotesi è stata immediatamente accantonata, in quanto risultava troppo onerosa. Non rimaneva da scegliere altro che valutare due progetti: l'adattamento e l'ampliamento dell'edificio situato nei pressi della chiesa di San Bartolomeo o realizzare una nuova costruzione nel piazzale demaniale del mercato del bestiame, ma prima era necessario approfondire entrambe le situazioni. Per la ristrutturazione è stato incaricato l'ing. del Genio Civile Angelo Ponzetti, mentre la nuova realizzazione è stata affidata all'ing. Giovanni Savoia del Genio Civile di Milano. Riguardo alla scelta di uno dei due progetti, la Deputazione provinciale ha deciso di incaricare una persona estranea alle liti della città e che, con la propria autorità, rendesse immotivati i sospetti di preferenza: il Regio Ispettore del Circolo cav. Milone. Dopo un'accurata valutazione, il cav. Milone ha optato per il nuovo palazzo, perché meno oneroso e meglio progettato, quindi, il 26 luglio 1865, con l'approvazione del piano di lavoro in Consiglio provinciale, Bergamo mette in cantiere il primo edificio pubblico della storia d'Italia.
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