Sebbene la Deputazione provinciale aveva agito nel modo più ortodosso, non è bastato a tenere lontano le polemiche. Nella relazione del cav. Milone, infatti, il progetto dell'ing. Savoia risultava senza dubbio il migliore, ma mostrava delle carenze progettuali che non dovevano essere sottovalutate, come l'inadeguata altezza di alcuni locali, la mancanza di luce degli ambienti del secondo piano, le poche comodità previste per l'appartamento del Prefetto, l'infelice posizione dello scalone d'accesso alla sala delle riunioni; insomma, un progetto da rivedere quasi completamente e che ha trovato, prevedibilmente, l'opposizione dell'autore. Per tentare di risolvere la questione, la Deputazione provinciale ha contattato dunque una terza autorità tecnica, l'arch. Mengoni, il quale godeva di fama e ammirazione a livello nazionale per diversi edifici costruiti nelle principali città d'Italia. Egli, in una relazione dettagliatissima del 14 marzo 1866, ha confermato

le problematiche che il cav. Milone aveva evidenziato, ampliando tanto più la lista delle modifiche. Alla luce dei fatti, l'ing. capo della Provincia ha cercato di mediare apportando alcune modifiche che avrebbero dovuto mettere tutti d'accordo, ma in una lettera del 26 giugno successivo, l'arch. Mengoni ribadiva il suo punto di vista. Fallito l'ennesimo tentativo
di conciliazione, il Consiglio provinciale ha deciso di operare con il proprio ufficio tecnico che, con la supervisione dell'arch. Preda, ha ridisegnato l'intero edificio. Nel frattempo, l'impresario Antonio Citella aveva vinto l'appalto per la costruzione dell'immobile, con una richiesta del 3,16 per cento più bassa del preventivo di 340.000 Lire.
     Mentre il progetto cominciava a prendere forma, la Commissione di vigilanza, nominata dal Consiglio provinciale con l'intento di controllare il buon andamento dei lavori, si era presto accorta che il denaro stanziato non sarebbe bastato. Verso la fine del 1867 la struttura principale era finita, così come i soldi, quindi si è dovuto redigere un nuovo preventivo per il completamento dell'opera, il quale prevedeva altre 365.000 Lire, limate in seguito a 310.000, ed ottenute con un mutuo a carico della Provincia.
     Nel 1870, finalmente l'edificio è stato completato, con una spesa complessiva di 620.153 Lire, ma del progetto iniziale era rimasto ben poco. I 2070 metri quadrati erano diventati 2450 e gli ornamenti esterni riservati esclusivamente
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