Gli antociani, invece, sono responsabili dei colori che vanno dal rosso al viola, fino al blu e svolgono un’importante funzione protettiva contro il rischio di sviluppare malattie tumorali, inibendo la trasformazione maligna delle cellule del nostro organismo; inoltre, essi riescono a creare un film protettivo su arterie e capillari, contribuendo a ridurre la formazione di placche arteriosclerotiche. Ne sono ricchi alimenti come le melanzane, le olive, carciofi, mirtilli e radicchio.
     Le sostanze solforose sono responsabili del colore bianco e sono contenute principalmente in alimenti quali aglio, cipolla e cavoli, sono fra le più preziose per il nostro organismo, ma sono quelle più difficili da inserire nell’alimentazione, perché sono poco amate in quanto poco digeribili, invece, come è stato dimostrato da tantissimi studi pubblicati su autorevoli riviste scientifiche internazionali, hanno proprietà antitumorali spiccatissime.
     I flavonoidi sono responsabili, insieme ai carotenoidi, delle sfumature di giallo e sono importantissimi per ridurre le infiammazioni croniche dell’organismo, nonché per proteggere il tessuto connettivale; sono contenuti in alimenti come agrumi, peperoni, carote, zucca e la frutta esotica.
     Infine, l’ultimo colore della nostra tavolozza è il verde della clorofilla, che troviamo spesso legato al giallo e al rosso dei carotenoidi, un pigmento che aiuta a contrastare le infiammazioni dell’organismo e a mantenere in perfette condizioni l’endotelio.
     Un piccolo discorso a parte, sempre in materia di colori, lo meritano il pesce e la carne. Del primo, spesso si dibatte se sia meglio quello di taglia piccola, come il pesce azzurro, o i pesci di grande taglia, quali tonno o spada. I nutrizionisti sono tutti d’accordo: molto meglio il pesce azzurro, in quanto è ricchissimo di omega3, le piccole molecole famose per le loro proprietà antiossidanti, e soprattutto in quanto un pesce di taglia piccola contiene una minor quantità di fattori inquinanti pericolosissimi, come il mercurio o le aflatossine.
     Per quanto riguarda la carne, il dibattito verte sul fatto se sia meglio quella rossa o quella bianca. La prima ha un contenuto di grassi saturi (i grassi cattivi n.d.r.) maggiore, mentre dal punto di vista proteico non ci sono sostanziali differenze, come pure è insignificante la differenza di quantità di ferro, solo lievemente maggiore in quella rossa. Bisogna però sempre ricordare che, in entrambi i casi, si tratta di proteine di origine animale, pertanto, non vanno superate le quattro porzioni a settimana; un’alimentazione prevalentemente proteica va associata al potenziale rischio di obesità.

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