moralmente, a partire comunque per Montréal, dove riuscì in ogni caso a classificarsi per la finale dei 200 metri, anche se perse l’oro che finì nelle mani del giamaicano Don Quarrie. Mennea si classificò soltanto quarto, perdendo così anche la medaglia di bronzo. Lo stesso risultato fu ottenuto da Mennea anche nella staffetta 4x100 metri.
     Nel 1978 difese comunque con successo il suo titolo europeo nei 200 metri e mostrò le proprie doti di atleta anche sulla distanza più breve, i 100 metri, vincendo; nel medesimo anno si aggiudicò anche l’oro nei 400 metri piani, sempre agli europei, ma correndo al coperto.
     Nel 1979, il giovane studente di scienze politiche Pietro Mennea prese parte alle Universiadi, disputate sulla pista di Città del Messico; il tempo con il quale egli vinse, 19,720 secondi, divenne il nuovo record del mondo e tale primato


resistette per ben 17 anni, battuto da Michael Johnson ai trials statunitensi per le Olimpiadi del 1996. Fu una gara memorabile: partito dall’ottava corsia, l’atleta iniziò lento come al suo solito, ma con una progressione inarrestabile; quarto all’uscita della curva, nel rettilineo Mennea si “mangiò” gli avversari, uno dopo l’altro, andando così a vincere la gara e tagliando il traguardo per primo con 2 secondi di vantaggio sul britannico Welles, grande favorito della gara insieme al giamaicano Quarrie. Mennea vinse la medaglia d’oro, stabilendo così il nuovo record del mondo, ed entrò nei cuori di milioni di appassionati di tutto il mondo, nella leggenda dell’atletica.
     Questo fu l’inizio di una delle storie più avvincenti dello sport italiano, la nascita di un’atleta con un palmares di medaglie che spaziano dai Giochi del
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