famiglia affidataria, per tanti bambini è difficile, specie per i più grandicelli. A questo punto, noi, con la coppia adottiva, possiamo e dobbiamo, con molta pazienza, sensibilità e la capacità di trasmettere affetto, rendere meno doloroso questo percorso.”
     C’è qualche aspetto negativo nel fare il lavoro di Referente?
     “Sì, è un’ottima domanda, perché quando si parla di adozioni e del lavoro comune di persone, con lo stesso obiettivo e gli stessi desideri, si parla sempre di realtà positive. Tutte le persone che collaborano al percorso adottivo si trovano ad affrontare delle situazioni che coinvolgono molto intensamente a livello emozionale, dobbiamo essere molto bravi a rimanere neutri per riuscire ad aiutare le coppie e i minori, senza influenzarli, ed anche senza portare a casa, noi stessi, i loro problemi. Gli attrezzi di lavoro principali per noi sono la nostra serenità e tranquillità e questo è un aspetto molto importante.”
     Qual è la più grande soddisfazione che il suo lavoro le porta?
     “È molto difficile trasmettere quello che sento con le parole, vedere gli occhi lucidi delle persone, sia dei bambini sia degli adulti, che da una vita sognano finalmente di appartenere a qualcuno, è un’emozione unica, la maggiore soddisfazione è proprio questa, vedere le nuove famiglie che si formano, create con tanto affetto e amore. Nell’arco di dodici anni, dal primo incontro con la mia primissima coppia adottiva, posso dire che ci sono 150 bambini adottati in Italia con il mio intervento. Alcuni di loro, diventati grandi, mi telefonano e mi chiamano ‘zia’.”
     Ci parli dell’associazione che sta creando.
     “Sin dal primo giorno in cui ho iniziato a lavorare come Referente Adozioni, ho cominciato a pensare a come avrebbe potuto essere una Associazione creata da me; questo mio desiderio è cresciuto nel tempo, anche acquisendo esperienza nel mio lavoro. Da circa un anno sono inattiva, perché ho cambiato la mia residenza e mi sono trasferita definitivamente in Italia, ma adesso sto per realizzare questo mio sogno. Mi serviranno ancora alcuni mesi per avere tutti i permessi che occorrono, per ora preferisco non dire altro e spero alla prossima occasione di potervi dare maggiori informazioni.”
     Solitamente non concludo le interviste con un mio intervento, ma proprio in questa occasione mi sento di aggiungere qualche parola.
     Un ringraziamento particolare ad Aliz per il suo operato a nome di tutte quelle famiglie che oggi, grazie a lei, stanno vivendo l’emozione di essere una famiglia adottiva ed io ho la grande gioia e fortuna di essere stata una di queste famiglie. Mi sento di farle anche un’esortazione a proseguire il suo progetto per poter dare questo grande sogno ad altri minori e ad altre coppie.

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