ma della possibilità di incontrare due persone che voglio conoscere proprio lei o lui. Questi bambini hanno già avuto tante delusioni dalle persone adulte, quindi bisogna procedere con cautela. Noi lasciamo sempre una porta aperta perché i minori, indipendentemente dall’età, devono sempre sentirsi nelle condizioni di poter decidere e scegliere. Noi referenti, se vogliamo operare bene, nel loro pieno rispetto, dobbiamo sicuramente ascoltarli e seguire le loro richieste.”
     Quali sono le loro maggiori paure?
     “Posso dire personalmente, dopo aver assistito all’adozione di molti bambini, che nella maggior parte dei casi le loro paure principali sono proprio queste: ‘Che cosa penseranno di me?’ ‘Mi faranno del male?’ ‘Mi ascolteranno?’ ‘Chissà fino a quando mi vorranno bene…’ ‘Potrò fidarmi?’ ‘Come faremo a capirci?’ A volte le


paure, anche per le coppie adottive, si concentrano tutte intorno alla mancanza della conoscenza della lingua, ma poi si capisce che è un ostacolo veramente minimo e che subentrano altri fattori molto più importanti. I bambini si chiedono anche se saranno amati e accettati incondizionatamente, per loro c’è anche la condizione di dover lasciare le proprie radici, le proprie origini. Quando viene detto loro che andranno a vivere in Italia, tante volte non sanno nemmeno dove si trova questa Italia, non si sono mai spostati dalla loro zona e non sanno cosa vuol dire conoscere un’altra lingua e un’altra cultura.”
     Come avviene il primo incontro tra il minore e la coppia?
     “Il primo incontro avviene spesso presso l’abitazione della famiglia affidataria, che ospita il minore. Devo fare una premessa: nella maggior parte dei casi, attualmente, in Ungheria, una gran parte dei minori in stato di abbandono sono affidati alle famiglie affidatarie anziché alle Case Famiglia o ai vari Istituti Statali. Gli aspiranti genitori adottivi, prima di andare all’incontro con il minore,
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