veniva a depositare la propria richiesta di autorizzazione a svolgere l’attività di adozione in Ungheria. Da una piccola amicizia iniziale, l’associazione mi ha proposto di fare la referente. Il mio percorso formativo è nato con loro, presso la loro sede in Italia, dove, attraverso i corsi di formazione, ho potuto conoscere tutte le normative vigenti che riguardano le adozioni e le leggi in merito alla famiglia e ai minori, ho anche avuto modo di conoscere le persone che collaborano e operano in questo settore. Sono diventata ufficialmente Referente di Adozioni in Ungheria. La mia esperienza con le coppie adottive, invece, nasce proprio sul campo, conoscendole e affiancandole nel territorio ungherese.”
     Che tipo di attività ha svolto per queste associazioni?
     “Possiamo dire che il ruolo di referente delle adozioni è un ruolo molto complesso; inizia al ricevimento del dossier della coppia adottiva e prosegue con l’accompagnamento, fino alla chiusura della pratica di adozione della coppia. Quando arriva, in Ungheria, il dossier con la domanda di adozione, la referente deve depositare i fascicoli delle coppie nella Banca Dati Nazionale, presso il Ministero per la Gioventù e la Famiglia, Affari Sociali e Pari Opportunità, e al fascicolo viene assegnato dal Ministero un numero di protocollo. Inoltre, ella collabora anche all’individuazione del minore da proporre alla coppia adottiva, quindi c’è anche un lavoro sull’abbinamento. Nella maggior parte dei casi, i referenti vengono chiamati proprio dal Dipartimento della Tutela minorile, affinché possano ricevere maggiori informazioni anche sull’aspirante coppia adottiva, in quanto, a volte, dalle informazioni depositate nei fascicoli non emergono sempre tutte quelle sfumature che possono essere molto preziose per capire l’abbinamento migliore da proporre ad una determinata coppia.”
     I bambini dichiarati adottabili sono informati della loro situazione e che aspettative hanno?
     “Questo dipende molto dalle modalità operative delle diverse province; nella maggior parte dei casi, i bambini vengono preparati molto bene e anche informati sul fatto di essere adottabili. Quando si tratta di bambini più piccoli, l’assistente sociale o la referente valutano come egli può accogliere questa notizia. I minori vengono informati e preparati dicendo loro che riceveranno la visita di due persone, le quali hanno il desiderio di conoscere loro, difficilmente si parla di adozione in questa fase, ed io penso che sia una procedura giusta. Parliamo di bambini che hanno subito dei traumi e che hanno un bagaglio personale molto pesante, è importante comunicare loro le notizie con tempi molto lenti e in modo graduale. Per questo non parliamo a loro subito di adozione,
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