vi è una biblioteca ogni 4.819 abitanti, mentre le vicine Brescia e Lecco, territori provinciali limitrofi e geopoliticamente assimilabili, per così dire, ne hanno rispettivamente una ogni 5.761 abitanti e una ogni 5.233 abitanti.
     Ugualmente prima, Bergamo, lo è nel numero di documenti per abitante, 4,08, pari a un patrimonio di 4.482.952 documenti, ovvero libri, manoscritti, testi editi vari ed altro di simile; solo Milano ne possiede di più, avendo però biblioteche ben più grandi, come facilmente intuibile; questi buoni dati sono confermati anche dal numero di documenti acquistati nel corso dell’anno, 181.762, pari a 165,43 documenti ogni 1.000 abitanti, altro primato regionale, dal totale dei prestiti, 2.300.730, e dal rapporto prestiti per 1.000 abitanti, pari a 2.094 – una media di poco più di due testi chiesti in biblioteca per ogni bergamasco, in pratica. Il che, considerando la parte di popolazione che non si dedica alla lettura e dunque, presumibilmente, non si reca mai in biblioteca a chiedere il prestito di un libro, è un buon dato, il quarto a livello regionale, dietro Monza e Brianza, Lecco e Sondrio.
     Interessanti sono anche i dati di natura economica relativi alla gestione della rete bibliotecaria provinciale. Nel 2010, Bergamo ha speso per le proprie biblioteche 18.858.934 euro, terza dopo Milano e Brescia. Tuttavia, solo il 9,70% di tale somma è stata investita per l’acquisto di nuovi documenti: poca cosa, indubbiamente, ma assolutamente in linea con le altre province lombarde – Cremona, che per l’acquisto di nuovi documenti è quella che ha speso di più, arriva solo al 11,99%, il che, più in generale, può dare l’idea di quanto le altre voci di spesa incidano sull’investimento (pubblico) complessivo, ovvero personale, ristrutturazioni, acquisto arredi, acquisto software e altre voci di gestione ordinaria. Voci peraltro indispensabili perché, come si accennava all’inizio, una biblioteca non deve solo fornire un’abbondante messe di libri, ma pure un buon servizio generale alla cittadinanza che ne usufruisce. Indubbiamente, che solo il 10% circa del bilancio di una biblioteca possa essere speso per acquistare libri, ovvero per il proprio fine “naturale” e primario, è un segnale di un sistema economico non esattamente virtuoso, ovvero di costi e spese eccessive che persino un ente di grande valore sociale come una biblioteca deve sostenere, come d’altro canto tocca a tutti constatare nel nostro vivere quotidiano: si tenga conto che le biblioteche bergamasche, per il proprio mero funzionamento, nel 2010 hanno speso quasi 16 milioni di euro, ovvero più dell’85% del proprio bilancio!

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