La mancanza di una normativa che regolamentava tale situazione ha agevolato – o aggravato – la stessa, con la diffusione di sconti selvaggi, che ha avvantaggiato quegli editori che se li potevano permettere, soffocando di contro tutti gli altri. In tale situazione, i lettori, guardando giocoforza con favore al poter spendere il meno possibile, hanno più o meno inconsapevolmente accresciuto quel vantaggio a favore dei pochi grandi editori in posizione predominante (e oligarchica, in buona sostanza), aumentando invece le difficoltà degli indipendenti.
     Di fronte ad un panorama europeo che invece presentava quasi ovunque delle normative di legge attive sulla materia, qualche anno fa anche in Italia si è deciso di legiferare in merito ed il risultato è stata appunto la suddetta Legge Levi, entrata in vigore nel settembre 2011. Con essa, si è sostanzialmente stabilito un tetto massimo agli sconti sul prezzo di copertina dei libri pari al 15%, il che tuttavia non esclude che il singolo editore possa invece proporre sconti anche maggiori durante l’arco dell’anno, con la sola esclusione del mese di dicembre.
     Come prima della sua promulgazione, anche dopo, la Legge Levi ha generato un acceso dibattito, che tutt’ora continua, con posizioni e interpretazioni non solo differenti, ma sovente e per lo più del tutto opposte, addirittura con affermazioni di una parte in base alle quali la legge finalmente dà una mano ai piccoli editori, mentre l’altra parte sostiene che invece essa li soffocherà definitivamente, provocando scontri “istituzionali” frequenti nel frattempo. I lettori, molto spesso con atteggiamento fin troppo superficiale, hanno recepito solo la parte pratica e di proprio mero interesse del testo, condannando la sancita impossibilità di ottenere sconti molto alti in sede di acquisto in libreria.
     In realtà, tale legge, essendo il primo intervento legislativo che l’Italia ha adottato sulla materia, non poteva che essere inevitabilmente imperfetta. Di certo non recepisce totalmente le richieste e le necessità dell’editoria indipendente, la quale chiedeva un’ulteriore riduzione del tetto massimo di sconto applicabile, invocando come modello la legge francese, che lo fissa al 5% e regola non solo il prezzo di vendita, bensì l’intera filiera economica editoriale, promozioni incluse, con risultati ottimi, tanto che in Francia il prezzo di vendita medio dei libri è rimasto al di sotto dell’aumento medio del tasso d’inflazione; per di più Oltralpe le librerie indipendenti sono pure sostenute economicamente da un fondo apposito, gestito dal Ministero della Cultura. Inoltre, cosa a mio modo di

        pagina 02 di 04
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.