Non lo ho avuto come allievo in terza classe: non ho potuto trasmettergli l’amore per Dante (probabilissimamente i Colleghi sono più bravi e colti di me; ma voglio credere modestamente che i miei allievi abbiano avuto la possibilità di coglierne sia la medioevalità che la modernità). Approfitto perciò dell’uscita del numero 100 di Infobergamo.it per un escursus numerico che ha interessato i 100 canti dell’Amadigi di Bernardo Tasso, ma che è diventato importante nella costruzione strutturale della Comedia dantesca.
     Il 100 era il risultato di un tentativo di concretizzare la struttura; il numero in sé é semplicemente un rapporto fisicamente inesistente, come per il punto, il segmento, la retta; le due dimensioni (lunghezza e larghezza) a loro volta rappresentano un’area che è pure astratta senza lo spessore… Ecco come deve aver proceduto il Sommo poeta partendo dal teocentrismo medioevale che vedeva nell’unità e trinità di Dio la perfezione:
     numeri di partenza: 1 (unità di Dio) - 3 (trinità di Dio)
     i due quadrati (1 e 9) avrebbero potuto rappresentare con la loro somma le due dimensioni 10, il quadrato di 10 - 100 avrebbe potuto rappresentare la perfezione delle tre dimensioni. Ne deriva una struttura interessante: l’opera è 1 - divisa in 3 parti (Inferno, Purgatorio e Paradiso) - ogni cantica è divisa in 9 parti + 1 (esempio: Inferno 9 cerchi + Selva infernale) - i canti risultano essere per ogni cantica 33 con 1 iniziale di introduzione - ogni canto è composto in terzine, che rimano a 3 a 3 (più un verso finale - quindi numero di versi multiplo di 3 + 1). Se a questo aggiungiamo i canti “tematici” di ogni cantica (ad esempio il canto VI è politico), che ogni cantica è leggibile a sé (forse il Sommo poeta pensava di non completare il tutto… con relativi: argomento, invocazione e determinazione del tempo e dell’ora), che le tre cantiche finiscono con la parola “stelle” ("E quindi uscimmo a riveder le stelle" - Inferno; "Puro e disposto a salir a le stelle" - Purgatorio e "L'amor che move il sole e le altre stelle" - Paradiso) e tutte le regole metriche di endecasillabi perfetti (sono alla fine 14233!)*, la discussione di inizio anno da proporre all’alunno era: ma come poteva l’arte essere così costretta da regole e restare arte? Ci può essere arte senza costrizioni strutturali? Arte e potere politico ed economico… coesistono e fino a che punto si condizionano?
     Credo che sia diritto di ciascuno di noi avere la sua opinione… (non è essere ignavo, per carità!). D’altra parte quasi ogni canto ha spunti di modernità, sia per le citazioni che per le descrizioni e quante considerazioni ai peccati del mondo moderno si potrebbero presentare: dagli ignavi ai traditori anche il mondo

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