LA FINE DEI CEAUSESCU
                                              di Grigore Cartianu

     Un libro fresco di stampa, “La fine dei Ceausescu” (Aliberti Editore), giunge finalmente a far chiarezza sul drammatico epilogo della cosiddetta “rivoluzione romena”, che nel dicembre del 1989 decretò la fine del regime comunista di Bucarest. Si tratta di un libro per molti versi emblematico; una ricostruzione storica, impressionante per la mole e la precisione dei documenti di cui è intessuta, che fa comprendere fino a che punto la realtà dei fatti possa essere manipolata e stravolta a uso e consumo delle grandi potenze e dei grandi interessi economici che reggono le sorti mondiali.
     L’autore, Grigore Cartianu, è uno dei giornalisti e dei commentatori politici più in vista di Romania. L’attento traduttore e curatore italiano, Luca Bistolfi, giovane giornalista e scrittore, è uno dei massimi esperti di storia e cultura dei Paesi dell’Europa orientale e in particolare della Romania.
     La fine brutale di Nicolae Ceausescu e di sua moglie Elena, abbattuti con cento colpi di kalashnikov dopo un fulmineo processo-farsa il giorno di Natale del 1989, sembrava consegnata ai libri di storia con una sua indubitabile trama di verità: il dittatore-vampiro che si oppone ostinatamente alle riforme democratiche, rifiuta ottusamente lo spirito dei tempi nuovi simboleggiati dalla perestroika di Gorbaciov, opprime il suo popolo e ne suscita l’immancabile, vittoriosa rivolta, finendo perciò giustamente ammazzato come la gran parte dei biechi dittatori che lo precedettero e che lo seguirono, da Mussolini a Gheddafi. Cosa c’è di più ovvio di questo? Se poi alla figura fosca del dittatore s’affianca quella, sinistra e vagamente diabolica, della moglie avida e intrigante, il quadro del film horror è davvero completo. E pace all’anima loro, ma le cose non andarono esattamente così. La sorte di Nicolae e di Elena Ceausescu non fu decretata dallo sdegno di un popolo assetato di giustizia. Ciò che accadde in Romania in quel torbido dicembre fu in massima parte un copione da teatro, una messinscena fraudolenta orchestrata dal Cremlino con la complicità ed il consenso di Washington e del sistema dell’informazione internazionale. Ma leggiamo direttamente le parole di Cartianu, nel capitolo che racconta le premesse della tragicommedia: “Il primo dicembre 1989 Gorbaciov si recò a Malta per un incontro strategico e preliminare con George Bush. Le discussioni tra i due presidenti si svolsero il 2 e il 3 dicembre a bordo della nave sovietica Maxim Gorkij, ancorata al largo delle coste maltesi. Qui, sul mare agitato, tra le altre cose, Bush e Gorbaciov decisero la sorte del regime di Ceausescu.

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