a significare la sottomissione spontanea di Bergamo, non la sua conquista, simboleggiata invece dal libro chiuso.
     Nel 1796, con la caduta del regno di Venezia, Bergamo cambiò ancora dominio. Le truppe napoleoniche entrarono trionfanti in città mettendo fine all’egemonia di Venezia e fondando la Repubblica Bergamasca, la cui breve vita si concluse con la sua inclusione nella Repubblica Cisalpina (con il trattato di Campoformio) e nel regno d’Italia di Napoleone nel 1805. L’influenza francese si fece subito sentire: al Comune vennero assegnati compiti in campo dell’istruzione, dell’assistenza, del controllo anagrafico, temi che prima erano di quasi esclusiva competenza degli organi caritatevoli ed ecclesiastici; venne aggiornata con metodi nuovi e più moderni la fiscalità della città ed introdotta la registrazione catastale delle proprietà immobiliari; furono completamente riorganizzati gli uffici comunali, introducendo la nuova figura del Segretario generale e l’uso del protocollo nella scrittura degli atti comunali.
     La città di Bergamo, però, data la propria posizione strategica, faceva gola a tanti conquistatori. Nel 1799, mentre Napoleone era impegnato nella campagna d’Egitto, l’esercito austro-russo entrò in Bergamo dalla Porta Broseta, dando luogo ad una breve scaramuccia con i pochi soldati francesi rimasti a guardia della città: Bergamo cambiò ancora pagina e finì sotto l’Impero Austriaco, diventando parte, fino al 1859, del Regno Lombardo - Veneto.
     Durante la dominazione napoleonica quanto durante quella austriaca, la città assunse un nuovo ruolo rispetto al passato: non più città di confine ma capoluogo rispetto alle altre città della Lombardia.
     Nel 1838, l’imperatore d’Austria Ferdinando, l’imperatrice sua consorte e tutta la loro corte decisero di far visita alla città di Bergamo, ma subito ci si avvide che la tortuosità delle strade non si confaceva alla solennità ed al confort dei sovrani. Fu deciso quindi di aprire una nuova via alla città, denominata “Ferdinandea”, in ricordo della complicata visita del sovrano, e furono innalzati i Propilei di Porta Nuova. Oggi, tale via, è contrassegnata come via Roma – viale Vittorio Emanuele II ed è perpendicolare al Sentierone e tangente alla Fiera. Inoltre, la via univa la grande Porta Nuova, appena aperta nelle mura verso i campi, con la Città Alta.
     Ormai Bergamo era di fatto costituita da due città: quella asserragliata sul colle, la Città Alta, abitata dai nobili in ricchi palazzi, e la parte bassa, costituita dai suoi borghi, San Leonardo, abitato dai commercianti, Sant’Antonio, Pignolo, San Tommaso, Santa Caterina. La popolazione però doveva affrontare un sacco di

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