effettuate in tal periodo e connesse alla gestione del patrimonio familiare, alla condizione giuridica della donna ed al matrimonio, sarebero poi riprese e promulgate negli Statuti di Bergamo durante l’epoca della dominazione veneta.
     Dopo la sconfitta dei Longobardi, avvenuta nel 774 ad opera di Carlo Magno, Bergamo si trasformò da Ducato Longobardo a Contea Franca. L’imperatore eresse infatti Bergamo a sede di una vasta contea, insediandovi un grande mercato commerciale; agli amministratori longobardi, i gastaldi, si sostituirono i conti, pur sopravvivendo la vecchia precedente aristocrazia longobarda, sebbene priva di alcun potere.
     La città conobbe un'altra forte immigrazione, questa volta ad opera dei Franchi e degli Alemanni, ed un nuovo profondo ricambio della classe dirigente e i vescovi-conti la governarono per ben due secoli, fino alla deposizione, avvenuta nel 1098, dell’ultimo vescovo ed alla nascita del libero Comune. Nel X secolo, infatti, capo della città era il Vescovo, che la difendeva strenuamente dagli assedi patiti dal re Arnolfo, nel 894, e dalle terribili incursioni sul territorio da parte degli Ungari.
     In quel periodo Bergamo conobbe un profondo sviluppo economico e politico, acquistando sempre più autonomia nella regione; la posizione dell’Episcopato di Bergamo, rappresentato proprio dal vescovo Adalberto, diventò sempre più importante, erodendo anche la posizione politica dei Gisalbertini, signori della città; soltanto la creazione del libero Comune prevalse finalmente su tale strapotere politico, mettendo fine alla egemonia dell’Episcopato ecclesiastico.
     Nel 904, il vescovo Adalberto ricevette dal re Berengario la piena giurisdizione, civile e militare, sulla città, ma nel 1098, durante il periodo delle lotte per le investiture, egli venne deposto: l’improvviso vuoto di potere che si venne a creare fu provvisoriamente colmato dai rappresentanti delle famiglie aristocratiche più influenti della città. Nacque così il Comune di Bergamo.
     Pochi decenni dopo, il poeta Mosè del Brolo celebrò la nuova istituzione, intonando inni alla “Pax Aurea”, la quale teneva uniti i cittadini di Bergamo: essa si fondava sul patto (foedus) che i cittadini avevano tra loro stabilito e si reggeva sulle leggi e i diritti civici (civica jura), sull’onore, sulla pietas e sulla concordia pura. Si formò il nuovo assetto giuridico e legislativo comunale composto dall’Assemblea dei Civies, il Consiglio degli Anziani e il Consolato, mentre dal punto di vista architettonico il nuovo Palazzo del Comune - oggi il Palazzo della Ragione - e la Basilica di Santa Maria Maggiore divennero i nuovi simboli della città. A proposito, si ricorda che nel 1137, come ex voto dei

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