nell’applicazione della tassa per non gravare i cittadini di ulteriori balzelli in nome del rispetto del patto di stabilità.
     È auspicabile che la riduzione delle spese non si rivolga tanto ai servizi erogati ed erogabili quanto alla costosa macchina burocratica amministrativa, compresa quella delle controllate e partecipate dal Comune e dei relativi consigli di amministrazione con cariche retribuite, che macina e drena importanti risorse collettive. L’austerità e i sacrifici dovranno quindi partire, in un momento delicato dell’economica, dalla riduzione dei trattamenti economici dei funzionari pubblici e, solamente dopo aver operato una revisione complessiva del sistema ed un recupero di efficienza amministrativa, ci si potrà rivolgere al cittadino e chiederne la partecipazione in termini di contribuzione di spesa.
     L’esigenza primaria sarà, pertanto, quella, nell’ottica del rispetto del bilancio e del mantenimento del gravoso patto di stabilità, di non tagliare i servizi, ma di preservarli tenendo conto che il pubblico e il sociale, come in ogni compiuta società civile, costituisce la base essenziale sulla quale poggia l’intera filosofia amministrativa. Continuare a garantire i servizi pubblici senza incidere sulle tasche dei cittadini sarà il primo obiettivo per dimostrare che l’Amministrazione non si sarà limitata solo ad incamerare il denaro dei contribuenti, ma sarà stata capace di porre attenzione e riguardo per la collettività rappresentata.

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