DEGRADO: STAZIONE FS E STAZIONE AUTOLINEE
                                              di Pierluigi Piromalli

     La città di Bergamo, come già annunciato e approfondito il mese scorso, intende candidarsi a “Capitale Europea della Cultura”, obiettivo prestigioso che sicuramente, se raggiunto, non potrà che dare censo all’intera cittadinanza, con tutte le ricadute positive che tale investitura comporterà. Tuttavia, una comunità che si accinge ad ambire ad un ruolo così significativo e di ampia visibilità internazionale, deve poter avere tutti i requisiti logistici e soprattutto culturali per apparire all’esterno e a coloro che la raggiungeranno come una città accogliente, moderna e dotata di servizi. Sotto questo profilo, purtroppo, anche la sonnecchiosa Bergamo zoppica e basti pensare alla condizione di quelle che, da sempre, rappresentano le porte di accesso alla città, ovvero la stazione ferroviaria e la stazione autolinee, presidi su rotaia e su gomma che spostano ingenti masse di viaggiatori e turisti.
     Per la stazione ferroviaria c’è in previsione una robusta riqualificazione, per la verità già rimandata da tempo a causa di ritardi burocratici, ma, in attesa dell’auspicato rinnovamento, l’attuale struttura offre uno spettacolo desolante, in linea con la politica dissennata delle Ferrovie, e resta estranea anche a quei minimi interventi rivolti a mantenere un accettabile decoro e decenza per coloro che la frequentano. La sporcizia che avvolge la stazione e che campeggia sui binari offre il miglior benvenuto ed anche il miglior arrivederci al turista… quel turista che certamente arrivando a destinazione e scrutando i dintorni della stazione non potrà che domandarsi dove è capitato e rassegnarsi ad attendere altre spiacevoli sorprese. Il problema è grottesco, perché francamente è difficile capire come un luogo frequentato da migliaia di pendolari, inserito nel cuore pulsante di una regione che si proclama all’avanguardia nei servizi al cittadino, possa essere lasciato in uno stato di triste abbandono quasi a certificare il dissesto che solo i vertici delle Ferrovie, accecati dalle sirene dell’Alta Velocità, riescono a negare. Incuria, menefreghismo ed inefficienza amministrativa attentano la vivibilità di questo luogo “sacro”, che è diventato una terra di nessuno, un territorio franco dimenticato anche dai tutori dell’ordine e dall’amministrazione cittadina.
     Oltre alle croniche carenze di pulizia e di decoro, che, per la verità, pongono Bergamo sullo stesso piano delle altre stazioni nazionali, bisogna fare i conti con i problemi igienici inevitabilmente connessi al degrado. Se si dovessero interrogare i responsabili delle Ferrovie, è verosimile intuirne la risposta: il

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