La nostra città ed il nostro territorio hanno una ricchezza di arte e cultura di primo livello, spesso poco conosciuta al di fuori dell’Italia. Pescando dalla nostra memoria possiamo ricordare come, durante il CIAM (Congresso Internazionale Architettura Moderna) tenutosi a Bergamo nel 1949, molti dei più grandi architetti del Novecento rimasero affascinati dalla nostra città e da Città Alta in particolare. Wright e Le Corbusier, riferendosi a Piazza vecchia "una delle più


belle piazze della Terra", ancora Le Corbusier “non si può più toccare neppure una pietra, sarebbe un delitto” e poi “Ho scoperto una città stupenda”, architetto Mercelback, “Mi piace in modo particolare la forma di corona alzata sul colle e visibile da lontano per chi arriva”, architetto Menkos, “Ci sono delle parti di Bergamo che riterranno per sempre la loro inconfondibile espressione d'arte”, architetto Van Esteoven, “Bergamo mi ha sorpreso per la sua tranquillità, per la sua bellezza e per quel senso di eterna durata che hanno i materiali delle facciate delle case”, architetto Figini.
     Proprio perché con l’arte e la cultura si può mangiare, ricordo l’illuminate definizione di “arte” data da Pierre Restany, critico d’arte attivo negli anni sessanta “…l’arte è il riflesso della società, dello spirito in evoluzione della sua capacità planetaria di produzione”, appunto “produzione”.
                                                                      cristiano.calori@fastwebnet.it
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