studio più grande, il ‘db one recording studio” a Dalmine, ho creato delle etichette discografiche; con Chiara Locatelli, che ancora mi segue, ho vissuto questa importante esperienza, da noi sono venuti i più grandi a registrare e non appena hanno rimesso l'orchestra al Festival ho ripreso a dirigere a Sanremo. Da lì, fra dischi e direzione d'orchestra e qualche concerto classico, che comunque continuavo a dirigere, ho iniziato a fare il direttore d'orchestra di tutti e due i mondi, classica e pop e così ho continuato.”
     Nella sua carriera si intrecciano continuamente più generi musicali, dalla classica alla leggera e viceversa, dove si sente più realizzato?
     “È difficilissimo per me capirlo, onestamente come direttore d'orchestra sicuramente nella musica classica, ma quando faccio per tanto tempo il direttore d'orchestra mi manca molto l'arrangiamento e l'utilizzo dell'orchestra nella pop, che è qualcosa che mi entusiasma, mi affascina, per la quale mi sento molto portato e di cui non riesco a fare a meno. Per me scrivere, oramai, vuol dire fare arrangiamenti, è ciò che mi esalta e anzi, devo dire che quando faccio il direttore classico, quando dirigo Stravinsky, piuttosto che Debussy o Ravel, vado molto a guardare le orchestrazioni che poi riporto a volte nella musica pop. Spesso, viceversa, riporto nella musica classica quel piglio rock che credo di avere ormai dentro e quindi cerco quelle sonorità più ruggenti, più accattivanti, quella esecuzione più dinamica che nel rock è virtuosismo. L'orchestra è la macchina da suono più grande che esista, non c'è altro, non c'è computer che la possa sostituire, utilizzata bene ha un fascino che nessun'altra formazione può avere, non c'è dubbio. L'importante è usarla bene, bisogna andare in profondità, ecco perché, secondo me, non si può fare l'arrangiatore senza essere un direttore d'orchestra classico, perchè le sonorità di Brahms, Tchaikovsky, Stravinsky, piuttosto che Beethoven, Mozart, Rachmaninov, sono sonorità ed anche strutture compositive ed orchestrazioni che bisogna conoscere profondamente per poterle riportare nel modo giusto ed anche la musica pop ha bisogno di grandi sonorità ed è un peccato non dargliele quando il brano le supporta, le può contenere. È ora di smettere di pensare che un mondo sia una cosa e un mondo sia un'altra, è un po' come pensare che i due emisferi del nostro pianeta siano due cose separate. Il mondo è uno solo, allo stesso modo quando parliamo di musica, è musica, dobbiamo smettere di distinguere.”
     “C'è un racconto che mi diverte molto: Stravinsky ha sempre scritto su commissione o comunque molto ha scritto su commissione, per balletto spesso, Gershwin si sentiva poco musicista, ma aveva tanto successo, allora chiese a
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