UN CHILO DI RISO NON CI CAMBIA LA VITA…
                                              di Graziano Paolo Vavassori

     Se ci guardassimo intorno, ci sarebbero migliaia di persone da aiutare, migliaia di associazioni alle quali donare dei soldi o dei prodotti, vestiti, alimenti… se dessimo 1 euro ad ogni lavavetri che incontriamo andando al lavoro, probabilmente spenderemmo tutto il guadagno giornaliero prima ancora di finire la giornata lavorativa. Allora, la domanda è: quando aiutare, chi e come?
     Credo che non vi sia una risposta oggettiva, quindi vi darò la mia personalissima opinione: credo che si debba aiutare gli altri quando, il caso, porta il nostro percorso di vita ad incrociare quello di qualcuno che ha bisogno di aiuto, commisuratamente alle nostre capacità economiche o di tempo, in quanto c’è chi anche esagera nell’aiutare gli altri, fino a rovinare se stessi, non solo economicamente, bensì anche psicologicamente. Poi subentra, chiaramente, la coscienza di ognuno di noi.
     Purtroppo, io sono una persona che si lascia coinvolgere facilmente in questo tipo di situazioni, sebbene rimanga legato alle mie reali capacità contributive, tanto che, nel 2004, per esempio, sono stato letteralmente ingannato e derubato da un’associazione. Da allora non ho mai smesso di aiutare, ma sono molto più oculato e diffidente. Naturalmente, la diffidenza non deve diventare un alibi per aiutare nessuno. Anche qui subentra la propria coscienza.
     Dopo questa premessa posso raccontarvi la coincidenza di fatti che mi ha coinvolto nel progetto di raccolta di riso per l’associazione “Il Villaggio della Gioia”.
     Sempre nell’ottica di aiutare una associazione che mi sta molto a cuore e, per la quale, desidero realizzare un evento per raccogliere fondi da destinare ad una nuova ambulanza per bambini, mi sono recato da un gruppo di professionisti del settore. Io non ho molto tempo e nemmeno molta esperienza nella realizzazione di un evento di tale portata, così ho pensato di farmi aiutare da qualcuno che vive di queste cose. Fa sorridere il fatto che sono uscito dall’ufficio di questa società con qualche informazione in più nel merito, sostanzialmente devo comunque sbattermi di brutto io per trovare una location adatta, ma anche con un altro incarico: trovare loro una associazione che abbia bisogno del riso che questi ragazzi avrebbero raccolto durante una festa in centro Milano.
     È incredibile, potrei avere per le mani un centinaio di chili di riso e non so a chi donarli… è incredibile, no? Perché è sicuro che da qualche parte qualcuno ne ha assoluto bisogno. È incredibile anche che, dopo tre giorni, casualmente mi

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