sperimentale. Tutto questo rese famosa l’Italia e l’oncologo Bonadonna, ottenendo il plauso di tutto il mondo scientifico. Questo tipo di terapia ha poi preso piede ed oggi viene applicata nella maggior parte delle forme tumorali, non solo per il trattamento del tumore al seno: è un modo per aiutare il paziente a controllare l’eventuale ripresa di malattia e metterlo al riparo dal rischio di recidive pericolose.”
     “Altra innovazione portata da Bonadonna fu la terapia neo-adiuvante, che allora fu applicata, sempre nel campo della mammella, su formazioni tumorali dalle dimensioni importanti, superiori ai 3,5 cm. Si trattava di una chemioterapia che veniva applicata prima dell’intervento chirurgico, allo scopo di ridurre il più possibile la malattia da asportare. Viene utilizzata ancora oggi con successo, addirittura oggi con i nuovi farmaci riusciamo ad ottenere quella che chiamiamo ‘remissione patologica completa’, la scomparsa della malattia.”
     “Ultima tappa nell’evoluzione della cure in campo oncologico, poi capirete perché tutta questa premessa, è l’impiego della terapia con i farmaci biologici. Utilizzati sempre in primis nel campo della mammella, uno dei nuovi farmaci oggi utilizzato, il cui nome commerciale è Herceptin® (il principio attivo è il trastuzumab), è un anticorpo monoclonale di nuova concezione che sta dando grandissimi risultati.”
     “Tutti questi nuovi farmaci vengono prima testati sulle cellule tumorali, poi sugli animali, quasi sempre il ratto, e infine si passa alla sperimentazione sull’uomo. Nella fase ‘uno’ di tale sperimentazione viene ricercato il dosaggio ottimale del farmaco, nella fase ‘due’ si testa l’efficacia della molecola sulla malattia, per finire alla fase ‘tre’, cioè l’impiego del farmaco sull’uomo. Ovviamente, questi farmaci vengono testati sempre nella fase avanzata della malattia, in quanto, se funzionano in questi casi, a maggior ragione agiscono come terapia adiuvante o neo adiuvante.”
     Quindi, vivendo questo periodo entusiasmante, lei fortunatamente ha cambiato idea e da neochirurgo ha scelto di diventare oncologo. Come è arrivato alla Fondazione FSM Maugeri?
     “È proprio qui che volevo arrivare. Trovandomi nel bel mezzo di quella rivoluzione in ambito oncologico, la passione e la voglia di fare mi hanno spinto a specializzarmi in oncologia.”
     “Per rispondere alla prima domanda, dunque, sono nato a Taranto, ma sono di origine salentina, origine della quale vado particolarmente fiero; a quel tempo mi trovavo a Pavia per i miei studi di Medicina. Mi sono laureato nel 1971-72,

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