Vi sono allora altre alternative per salvare il pianeta?
     Prendiamo la BMW e facciamo un balzo nel futuro: da una decina d’anni io ho sempre creduto che l’alimentazione ad idrogeno, la quale potrebbe essere adottata dalle vetture convenzionali, non avrebbe portato dei frutti. Dopo anni di investimenti milionari e vari annunci, la casa tedesca ha detto basta, ha deciso di abbandonare questo tipo di alimentazione. Nel settore dei carburanti alternativi, spazzato via l’idrogeno, rimangono quei prodotti come il biodiesel, il metano, ecc. tutti già in commercio, quindi sappiamo quanto possono fare per l’ambiente, ovvero qualcosa, ma non molto, a meno che prenda piede la tecnologia HYST. Ve ne parliamo di seguito.
     Tornando al nostro balzo nel futuro… ecco che allora BMW, come molte altre case automobilistiche, punta all’ibrido e all’elettrico puro con una architettura apposita denominata LifeDrive, dalla quale nasceranno i modelli i3 e i8. Concepire una vettura fin dall’inizio per essere ibrida o elettrica è senz’altro la strada migliore da percorrere, ma alla fine c’è sempre il problema del costo per entrambe e dell’autonomia per l’ultima.
     Avete notato che le uniche elettriche pure veramente degne di essere acquistate sono le sportive come la Tesla? Prestazioni a parte, garantisce oltre 400 km di autonomia, i quali fanno stare tranquilli. Prendete le Lexus, ormai sono tutte ibride e consentono un notevole risparmio nei consumi di carburante, ma questo accade in quanto hanno dei motori di grossa cubatura e tanti cavalli. Quando non ci sono problemi di tipo economico, in sostanza, l’ibrido e l’elettrico funzionano, soprattutto per quelle case automobilistiche che non producono utilitarie e che quindi sono in difficoltà nel rispettare gli obblighi comunitari di ridurre la media sul venduto a 130 g/km di emissioni di anidride carbonica entro il 2015 (e di 95 g/km entro il 2020), ma è la motorizzazione di massa che salverà il pianeta.
     Chiudiamo parlando, come promesso, della “Tecnologia HYST”. Può, questa idea, essere la panacea dei carburanti e salvare “capre e cavoli”, ovvero darci il carburante ecologico che ci serve, non distruggere le coltivazioni per produrlo e risolvere il problema della fame planetaria? Secondo quanto detto al convegno “Tecnologia HYST: dalle biomasse alimenti ed energia sostenibile”, organizzato da Area di Ricerca RM1 e dall’Associazione Scienza per l’Amore, in collaborazione con la società BioHyst, assolutamente sì.
     La tecnologia HYST è concepita per disgregare le biomasse ed isolarne specifici costituenti, minimizzando il fabbisogno energetico durante il processo,

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