dire la sanità, le pensioni, la famiglia e i risparmi, distogliendo l’attenzione dagli sprechi reali e rinviando ad altra legislatura gli interventi sui costi della politica, avversati da più parti. Un preoccupante segnale, quest’ultimo, che testimonia, ancora una volta, come sia prevalente l’imperativo categorico di mettere le mani nelle tasche dei cittadini, vere mucche da mungere, per continuare a mantenere un elefantiaco apparato burocratico e assistenziale senza intaccare i privilegi acquisiti delle caste. Come se non bastasse, la lungimirante classe dirigente si è sbizzarrita ricorrendo alle più scontate forme di tassazione indiretta, introducendo l’obbligatorietà del ticket sanitario, al quale pare che non tutte le Regioni aderiranno, la tassazione progressiva dei depositi titoli a seconda delle giacenze, la contribuzione obbligatoria per le controversie di lavoro, di separazione e divorzi, il mantenimento delle accise sulla benzina il cui costo al litro è volato ai massimi storici.
     Tuttavia, la vera novità, singolare e al tempo stesso inquietante, è quella del consolidamento della frenetica tendenza al gioco, già ampiamente abusata nel Paese, che annovera l’ennesima trovata d’ingegno con l’introduzione del “poker on-line”, attraverso puntate equivalenti allo stipendio di un impiegato. Lo Stato assetato di soldi e di ossigeno finanziario si trasforma così in biscazziere, tradendo quel ruolo di “pater familias”, che lo vorrebbe esattore ma anche educatore, stimolando la collettività a moderare la febbre del gioco (“Gioca con moderazione” si ascolta in ogni pubblicità in merito n.d.r.) che spesso incenerisce le finanze familiari, ma i valori etici e morali che le istituzioni dovrebbero propugnare pare non appartengano più alla percezione della società contemporanea. È lecito quindi chiedersi quale sia l’utilità di sensibilizzare l’opinione pubblica sui devastanti rischi del fumo e dell’alcool, marchiando pacchetti di sigarette con slogan anticancro e frasi da libro cuore, di ammonire i giovani sull’uso delle sostanze stupefacenti o di introdurre sanzioni per la guida in stato di ebbrezza quando lo stesso Stato, contravvenendo a questi indiscutibili obblighi, decide di autolegittimarsi, in nome della sacralità dei conti pubblici, nell’incassare i proventi delle giocate e delle lotterie facendo leva su quella distorsione collettiva che rasenta la soglia dell’allarme sociale.
     Purtroppo, il Governo, né nel programma nazionale delle riforme né nella manovra appena varata, ha affrontato adeguatamente il problema della crescita, cioè di come favorire l’aumento del PIL nazionale, che da molti anni viaggia in controtendenza rispetto al tasso di crescita degli altri paesi europei. Si assiste, in sostanza, ad una manovra che incide sui settori essenziali della vita pubblica,

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