fra le donne all’interno del collegio. La scuola fu riaperta con l’Unità d’Italia come istituto nazionale femminile. Bianca fu a lungo in contatto con Cavour e sembra che proprio nel suo salotto siano state discusse sia l’impresa di Carlo Pisacane quanto l’avventura dei Mille.
     Laura Beatrice Oliva Mancini (1821-1869). Figlia di Domenico Simeone Oliva e di Rosa Giuliani, a quindici anni si conquistò la fama di poetessa. Nel 1840 sposò il conte Pasquale Stanislao Mancini, unione dalla quale nacquero ben undici figli, ma i propri impegni familiari non le impedirono di scrivere e pubblicare versi sull’indipendenza nazionale, sulla libertà e sull’emancipazione femminile, esaltando i martiri della patria e appellandosi alle donne italiane perché lottassero per la causa nazionale. Nel 1844, con i suoi versi cantò l’eroismo dei Fratelli Bandiera e nel 1846, a Firenze, fu salutata da molti letterati come la “poetessa del Risorgimento Nazionale”. I giornali dell’epoca declamarono il suo coraggio dopo che scrisse e pubblicò un inno che denunciava l’occupazione di Roma da parte dei Francesi. Trasferitasi nel capoluogo toscano con la famiglia, la poetessa ricevette visite onorevoli da parte di personaggi del calibro di Giuseppe Garibaldi, Terenzio Mamiani e Guglielmo Pepe. Il suo ultimo canto politico fu dedicato ad Adelaide Cairoli ed al suo dolore di madre che nella disfatta garibaldina di Mentana perse due figli.
     Anna “Nina” Schiaffino Giustiniani (1807-1841). Figlia del barone Giuseppe Schiaffino e di Maddalena Corvetto, trascorse l’infanzia a Parigi in un ambiente prettamente aristocratico, dove ricevette un’ineccepibile educazione classica. In seguito si trasferì a Genova con la famiglia e andò in sposa al marchese Stefano Giustiniani, maggiore di lei di sette anni, uomo appartenente ad una delle più influenti famiglie genovesi vicino agli ambienti del re Carlo Felice di Savoia.
     Nel 1827, il suo salotto letterario filo-repubblicano divenne famoso giacché vi svolgevano attività di propaganda e si raccoglievano fondi a favore de “La Giovine Italia”: da lì transitarono personaggi del calibro di Agostino Spinola, Giacomo Balbi Provera, Nicola Cambiasi e Bianca Rebizzo, amante dell’armatore Raffaele Rubattino, organizzatore della spedizione dei Mille. Proprio in questo ambiente Anna conobbe l’allora giovane ufficiale del Genio Camillo Cavour. Con lui ebbe un fitto rapporto epistolare (arrivò a scrivergli ben 150 lettere in un anno!) e fu proprio lui che le diede il nome di Nina: i due erano legati da un forte sentimento di amicizia, magari anche da qualcosa di più tenero. Quando lo statista si trasferì a Torino il loro legame purtroppo si fece più distaccato: Cavour e Nina si videro per l’ultima volta a Voltri, prima della partenza dello statista per

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Biografia, Donne, Risorgimento, Anita, Garibaldi, Laura, Mantegazza, Cristina, Belgiojoso, Enrichetta, Caracciolo, Nina