ricostruttivo dedicati alla mammella, l’oncologo, il radioterapista, il fisioterapista, che aiuta la paziente nei casi più complessi, e il supporto psicologico. Un’attenzione globale a 360° per la donna: dal momento della diagnosi fino all’intervento e al suo recupero post-ospedaliero.”
     “Il supporto psicologico serve anche per quelle donne che, dopo l’intervento, si trovano a dover affrontare una eventuale chemioterapia o la radioterapia, con la conseguente caduta dei capelli e tutti i suoi effetti collaterali. Il tumore alla mammella colpisce certamente donne sopra i sessant’anni, ma anche tante ragazze giovani, che sono madri, che lavorano ed hanno una vita sociale attiva e che si ritrovano a dover fare i conti con questa malattia senza avere la certezza di continuare a condurre la propria esistenza come prima, senza grossi sconvolgimenti.”
     “Un altro aspetto da considerare è l’impatto sulla vita sessuale della donna: le terapie causano dei cambiamenti a livello genitale femminile, pertanto, avere rapporti sessuali può essere doloroso, più fastidioso, facendo le cure bisogna cercare di non rimanere incinta, quindi bisogna avere rapporti protetti. D’altro canto, la figura del compagno che sostiene la donna in questo momento così delicato per lei è fondamentale, ma spesso l’uomo non accetta la situazione, aggiungendo alla paziente un ulteriore stress, che può portare anche a rotture famigliari.”
     Guarigioni inaspettate: realtà o leggende metropolitane?
     “Beh… se ne sentono davvero di tutti i colori, dalla cura con l’aloe vera a quella con il bicarbonato, fino ad arrivare allo scorpione di Cuba oggi di gran moda… Le terapie naturali da utilizzare come complemento alla cura tradizionale di certo non fanno male, anzi. Spesso si verifica quello che si chiama ‘effetto placebo’: la persona malata assume una determinata sostanza e crede fermamente che possa aiutarlo a guarire, il suo sistema immunitario ‘si risveglia’ e lo aiuta in tal senso. Bisogna ricordare che è stato scientificamente provato che la vera chiave della cura per il cancro è racchiusa nel nostro sistema immunitario; se un giorno si dovesse trovare il modo di risvegliarlo ed ‘indirizzarlo’ a combattere la malattia sarebbe un gran passo avanti per la ricerca.”
     “Alcune di queste sostanze naturali hanno un’azione anti radicali liberi o sono detossinanti, ma bisogna fare attenzione a non assumerle senza aver avvisato prima l’oncologo, perché possono peggiorare gli effetti collaterali delle cure. L’aloe vera, per esempio, presa ad alte dosi è fortemente lassativa e quindi

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Intervista, Dottoressa, Cristina, Teragni, Oncologo, FSM, Fondazione Salvatore Maugeri, Tumore, Mammella, Statistiche, Guarigione