ardore patriottico egli si compromise con il governo rivoluzionario cadendo così “in disgrazia”.
     Il poeta fu costretto a rifugiarsi in Val Brembana, prima a Fuipiano a poi a Zogno, e qui vi trascorse il resto dei suoi giorni. Dal 1848 al 1854 pubblicò due sonetti e nel 1855 pubblicò un almanacco dal titolo “Il Democrito bergamasco, nuovo almanacco per l’anno bisestile 1856 con rime giocoso del poeta ragioniere Pietro Ruggeri da Stabello”, stampato nella speranza di ricavarci qualche soldo.
     La sua ultima opera fu “Per il faustissimo connubio dell’onorevole Signor Dottore Giuseppe Piccinielli con la nobile Signorina Giulia Brentani”.
     Le sue opere, non celebrate in maniera eclatante in vita, furono rivalutate parecchi anni dopo la sua morte, avvenuta a Bergamo, in Borgo Santa Caterina, il 17 gennaio 1858. Purtroppo la sua tomba andò persa dopo che il cimitero nel quale era stato tumulato, il San Maurizio, venne chiuso. Come parziale indennizzo, la città di Bergamo, oltre a dedicargli una via, inaugurò un’opera in suo onore: il 22 ottobre 1933, con una presentazione commossa di Sereno Locatelli Milesi, il Ducato di Piazza Pontida gli dedicò un significativo mezzobusto marmoreo, opera dello scultore Gianni Remuzzi e dell’ingegner Luigi Angelini.
     Nel 1933, il concittadino Bortolo Belotti gli dedicò il volume “Pietro Ruggeri, poeta bergamasco”.

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