allora della bimba sperando che gli si illuminasse un sorriso ed invece mi ha risposto che anche sotto quell’aspetto non era tutto rose e fiori e che la bimba aveva dei problemi a scuola di cui però non mi ha accennato. Ad un certo punto mi ha chiesto se noi, nel nostro ufficio, avessimo la possibilità di fargli fare qualcosa... “Onestamente”, gli ho detto, “è già bello se riescono a non ridurre il personale che abbiamo, visti i tempi” e ho aggiunto pure un paio di commenti, a mò di lamentela, per fargli capire che anche io, insomma, non posso dormire sonni così tranquilli. Quando, alla fine, mi ha chiesto se avessimo dei soldi di cassa da dargli per la benzina, ancora più guardinga gli ho risposto che in ufficio non tenevamo soldi e che avevo solo cinque euro nel portafogli (giuro che ne avevo solo cinque: avevo comperato l’abbonamento del pullman giusto quella mattina e mi era rimasto solo il resto) ma glieli avrei dati con tutto il cuore. Ha rifiutato e dopo qualche saluto se n’è andato.
     La sera ho chiesto ad un amico se sapesse cosa aveva fatto ed ho scoperto che il Signor XXXX entra ed esce dal carcere, per rapina, praticamente da quando ancora non era maggiorenne e che non avendo chissà quanti amici o conoscenti, fuori, probabilmente stava facendo il giro di tutti coloro che pensa lo possano aiutare. Ora, io non so se ho fatto bene o meno a comportarmi in questo modo, se ho tutelato così facendo l’ufficio non dandogli la scusa di poter tornare ancora a chiedere solo soldi... però, dentro di me, per istinto, mi dico che ho avuto davanti per un buon quarto d’ora colui che poteva essere “il mio prossimo”, un uomo che si è apertamente dichiarato “disperato” e non ho fatto nulla. Non gli ho offerto neppure un caffè o un bicchiere d’acqua. Non ho neppure un numero di telefono per rintracciarlo. Avrei potuto, se non proprio dargli soldi, almeno andare al supermercato a fianco, con lui, a comprare quel che gli poteva servire, se gli serviva qualcosa. Avrei potuto fare una colletta in ufficio o presentarlo agli altri colleghi... chissà che parlando non sarebbe saltato fuori qualcuno che conosce a sua volta qualcuno che potrebbe aver bisogno di una mano per il lavoro...
     Sono mille le cose che, dopo, mi sono venute in mente e che avrei potuto fare anche solo per dimostrare un pochino di umanità e invece... mi vergogno, lo devo proprio dire. Mi impietosisco quando vedo le pubblicità progresso con i bambini che chiedono aiuto, mi prudono le mani alla vista degli animali maltrattati, guardo i vecchietti malati con tenerezza, dico che vorrei fare volontariato, insomma mi guardo intorno con il cuore gonfio pronta a prestare aiuto e a fare del bene al “prossimo” a 360° e poi il “prossimo” mi si presenta alla porta ed io non muovo un dito?! Avrei, ad esempio, anche potuto proporgli un’intervista così

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