notevolmente di interculture, ma contribuendo ad una standardizzazione che una società consumistica propugna per renderci tutti 'uguali' e poterci condizionare meglio” e sono ancora dell’idea che i dialetti siano espressione della storia dei popoli e raccolgano in sé una serie di abitudini di vita e valori diversamente intrasmissibili. Anche in questo ambito ritengo che inserirne lo studio nei programmi didattici sia un po’ fuori dal tempo (quanti di noi riescono a leggere un brano di bergamasco e quali insegnanti sarebbero in grado di mettersi in cattedra?); in un mondo globalizzato, in cui già esprimersi in italiano per gli abitanti di valli interne del territorio, e non solo bergamasche, è un’utopia, bisogna rendersi conto che la conoscenza della lingua inglese è fondamentale per chi vuole comunicare con il mondo; e in questo settore la nostra scuola è veramente deficitaria…
     Quanto sopra non significa che ai nostri figli non possano essere presentati usi, costumi, regole di vita e tradizioni che hanno caratterizzato la vita dei nostri nonni e padri. In un discorso di integrazione con i numerosi immigrati ritengo importantissimo che la conoscenza di quanto sopra venga rafforzata e fare in modo che anche i nuovi arrivati siano in grado di capire che sono per il momento (in attesa di una regolarizzazione della cittadinanza) ospiti di un Paese, che li deve rispettare come persone, ma deve chiederne anche un adattamento reale al suo mondo ed alle sue regole.
     Sinceramente quando attraverso quartieri ormai ghetti della città, mi domando come si possa integrare chi vive in quel modo e con quelle abitudini. Leggevo che in Gran Bretagna esiste ormai un tribunale islamico che giudica gli islamici non tenendo conto delle conquiste sociali che sono state ottenute dall’Illuminismo in poi; da noi, ad esempio, la macellazione islamica non risponde alle indicazioni del nostro Paese e della Comunità europea…, ma per motivi religiosi si è potuto concedere una eccezione… Concludendo ricordo quanto dicevo a scuola (che gli allievi mi contestavano): “La verità è una sola e non ammette deroghe!”. Allora anche alla luce delle recenti leggi per l’ordine pubblico è sufficiente il reato di clandestinità per risolvere i problemi? La scuola e la società in generale devono avere il compito di insegnare i dialetti o di trasmettere valori?
     Non ci potrebbero essere proprio altre strade che non siano solo accordi con personaggi equivoci come Gheddafi ed altri dello stesso stampo. Dobbiamo renderci conto che il fenomeno migratorio è destinato ad aumentare in modo esponenziale e creerà necessità di cambiare radicalmente le politiche dei Paesi ricchi verso quelli più poveri. Io sono ormai vecchio, ma credo che i miei figli dovranno vivere in un mondo sempre più difficile.                  gaudens@live.it

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