È molto forte la caricaturalità nella caratterizzazione di ogni personaggio; in ognuno le debolezze vengono enfatizzate dallo sguardo affettuosamente ironico del narratore, che smorza con la leggerezza quei passaggi che altrimenti suonerebbero sarcastici. Il linguaggio utilizzato può forse sembrare troppo cerimonioso e prolisso al lettore del 2009, abituato a ben altri scambi verbali, ma il gusto del dialogo della Austen è innegabile ed ogni battuta è perfettamente funzionale al racconto. Il problema della collocazione nella piramide sociale, esposto nel titolo con la contrapposizione tra l'orgoglio di classe (di Darcy) e il pregiudizio (sia di questi verso Elizabeth e viceversa), trova soluzione nel lieto fine, che vede gli obblighi sociali inchinarsi di fronte alla forza dei sentimenti.
     Per concludere, consiglio ai lettori interessati a questo libro di scegliere l'edizione Einaudi, tradotta da Fernanda Pivano, recentemente scomparsa: è un modo di rendere omaggio alla straordinaria opera di una grandissima studiosa, con la sicurezza di accostarsi alla Austen tramite una traduzione di altissimo livello, in grado di rendere con incisività ogni sfumatura del testo.
                                                                               Silvia Ferrari

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