ORGOGLIO E PREGIUDIZIO
                                  di Jane Austen

     Dopo la lettura di “Mansfield Park”, anni fa, non ho mai più avvicinato le opere di Jane Austen, né in romanzo né in una delle molte trasposizioni cinematografiche. Almeno fino ad oggi. Tra gli “imperdibili” della letteratura inglese dell'Ottocento, accanto a nomi come la Bronte e Dickens, qualsiasi antologia annovera le opere della scrittrice. Il romanzo che ho scelto per iniziare la mia cavalcata nel Romanticismo inglese è “Orgoglio e Pregiudizio”, forse il più conosciuto lavoro dell'autrice.
     La vicenda si snoda nella campagna del Sud inglese, non lontano da Londra; qui vivono alcune famiglie di signorotti locali, tra cui i Bennet. Dall'unione tra il rassegnato e pacato Mr. Bennet e la vacua e un po' ignorante consorte, sono nate cinque figlie: un particolare non da poco in un'epoca e in un ceto sociale che considera un matrimonio ben combinato, a livello economico ovviamente, il massimo delle aspirazioni di ogni fanciulla. Jane, la maggiore, tanto bella quanto dolce, è la miglior confidente della secondogenita Elizabeth, ragazza intelligente e molto acuta. Poi vengono Mary, seria e studiosa, anche se non molto dotata, e le adolescenti Kitty e Lydia, considerate dal padre sciocche e ignoranti. La vita tranquilla nella magione di campagna dei Bennet viene sconvolta dall'arrivo di Mr. Bingley, giovane nobile, ricco e scapolo. Accompagnato dalle sorelle e da un amico, Mr. Darcy, il giovane fa la conoscenza della famiglia Bennet. Tanto Mr. Bingley è affabile e gentile, quanto l'amico Darcy è ombroso e distaccato; l'arguta Elizabeth non può fare a meno di prendere in antipatia un uomo tanto cinico, che vede di cattivo occhio il sentimento nascente tra la timida Jane e l'amico. Ma spesso le prime impressioni, titolo originario del romanzo, non si rivelano fondate...
     Se ad un lettore superficiale “Orgoglio e pregiudizio” può sembrare un semplice romanzo rosa, per quanto nobilitato dall'etichetta di grande classico, ad un più attento esame dell'opera si rivela già il suo carattere di affresco di classe. La stessa Austen apparteneva al “milieu” della nobiltà di campagna; ciò che descrive nel libro è esattamente il mix di convenienze sociali e intrecci arrivisti che vedeva quotidianamente intorno a sé. Il libro può certamente essere letto come una perfetta rappresentazione sociologica dell'epoca, di cui vengono descritti i rituali e le debolezze, ma la seriosità di una tale descrizione, quale se ne potrebbe trovare nei classici dostoevskijani, è stemperata dall'ironia molto inglese profusa dalla Austen.

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