In quelle poche ore la reception dell’albergo lo chiamò ininterrottamente per passargli delle telefonate; Morris ne prese solo due: quella di un giornalista di Microphone che gli chiedeva un'intervista e quella di un discografico con cui aveva preso degli accordi circa l’uscita della raccolta di canzoni da solista di cui Morris aveva quasi terminato le registrazioni. Scostò la tendina incuriosito da un rumore sordo; dall'altra parte della strada un furgone giallo aveva lanciato un pacco di riviste per la rivendita di libri e giornali. Il pesante involto di carta patinata atterrò sul marciapiede con un tonfo.
     Suonò ancora il telefono. Due volte. L’impiegata dabbasso cercò prima di passargli la chiamata di un vecchio amico, poi quella di Sue: egli le rifiutò entrambe. Sul tardi uscì per recarsi in studio di registrazione, dove era atteso per delle sovraincisioni. Si era fatto cupo senza che vi fosse una ragione apparente. Comprò dei giornali a fumetti e sostò una mezzoretta da Benny's, per un drink. Nel locale c’era Liza che sparecchiava. La ragazza lo vide e si avvicinò a lui strascicando leggermente i piedi; sedette al suo tavolo. Morris sembrava stravolto e l'unica cosa che la ragazza, prima di desistere, riuscì a ricavare da lui, fu un sorriso sbilenco e qualche sguardo distratto. Irrecuperabile, pensò Liza. Morris si alzò e uscì dal locale senza salutare. Inciampò sull'ultimo gradino prima di ritrovarsi sul marciapiede.
     In studio ci rimase fino a notte fonda. Dopo che si fu ripreso Morris suonò assoli incendiari degni del miglior Hendrix, intensi ed espressivi come le urla straziate del sax di Albert Ayler in quel disco che aveva ascoltato ultimamente.
     Dopo una giornata passata in ufficio, recuperata l'auto dal parcheggio interrato, Douglas Ranke si inserì lentamente nel traffico impazzito di quella sera d'estate e si incolonnò al semaforo. La selva di luci al neon e i gas di scarico all'unisono con i rumori del traffico, Douglas già lo sapeva, in quella mezz'ora di strada che lo separava da casa avrebbero infierito su di lui fino a farlo diventare uno straccio. Anche quella sera si sarebbe lasciato cadere sul letto, dove sarebbe rimasto ad ansimare per almeno un quarto d'ora, prima di riguadagnare quel minimo di forze necessario ad alzarsi e ficcarsi sotto il getto d'acqua bollente della doccia. Si rianimò un poco, al pensiero che l'indomani sarebbe stato libero. Prima di ripartire notò il manifesto che annunciava il concerto dei VirgoFlesh, il primo del loro tour estivo, affisso al cartellone degli spettacoli del Blue Moon. Gli si offuscarono gli occhi e non riuscì a dormire, quella notte.
     La mattina seguente Douglas decise di uscire. Quando il ricordo si faceva insopportabile preferiva muovere le gambe e pensare ad altro, piuttosto che prostrarsi e concentrarsi ossessivamente sul suo dolore. Quella mattina però

        pagina 03 di 04
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Racconto, Novella, Infobergamo, Concerto, Fatale, Giovanni, Graziano, Manca, VirgoFlesh, Morris, Ranke, Telecaster