frigorifero. Il loro apporto nutritivo è assai modesto: sono composti al 90% da acqua, pochi zuccheri e poche proteine vegetali, una piccola quantità di vitamina A e di sali minerali. Il loro consumo è quindi giustificato dalla golosità, di certo non dai valori nutrizionali.
     Come riconoscere, però, se un fungo è commestibile o meno? Micologi di certo non si nasce. Le varietà di funghi, come abbiamo visto, sono davvero tante, alcune eccellenti come i porcini e gli ovoli, altri commestibili, ma privi di sapore, altri ancora velenosi: di questi ultimi ce ne sono almeno una trentina, ma, fortunatamente per noi, le specie letali per l’uomo sono proprio poche. Gli avvelenamenti con esiti mortali sono da imputarsi esclusivamente alle tre Amanite: phalloides, verna, virosa e al Cortinarius orellanus.
     Ci sono alcun metodi per riconoscere la tossicità di un fungo, alcuni empirici come le posate d’argento o il prezzemolo nel soffritto (che dovrebbero annerire) o i morsi delle lumache o di altri animali (se presenti sul fungo significa che è commestibile) oppure il prelavaggio con aceto, ma tutto questo non basta a garantire la commestibilità del fungo, anzi, la scienza ha più volte dimostrato che si tratta solo di credenze popolari. Pertanto, o siete esperti di funghi e li sapete riconoscere con certezza, oppure, nel dubbio, o nel caso di funghi sconosciuti, rivolgetevi all'Asl.
     Quali sono i sintomi da intossicazione? Innanzitutto, l’intossicazione può essere a lunga o a breve incubazione; nel primo caso, possono verificarsi gravi lesioni all’organismo e la specificità è che i sintomi appaiono in un lasso di tempo così breve da rendere inefficace la terapia. È il caso dell’intossicazione “falloidinica”, causata dalle Ammanite: i sintomi si manifestano dopo 6-48 ore dall’ingestione del fungo con una gravissima sintomatologia a carico dell’apparato gastro-intestinale, crampi addominali, diarrea, vomito e abbondante sudorazione. A seguire, vengono coinvolti dall’intossicazione fegato e reni, può comparire l’ittero e crisi convulsive, fino alla paralisi, stato comatoso e successivo decesso. È necessario quindi che il ricovero in ospedale venga effettuato il più presto possibile.
     In caso di ingestione di funghi non commestibili, ma non letali, si possono manifestare i sintomi della “sindrome sudorifica o muscarica”, provocata da una sostanza contenuta in essi chiamata “muscarina”, la quale agisce sul sistema neurovegetativo: i sintomi sono intensa sudorazione, accompagnata da lacrimazione e abbondante secrezione salivare, dolori addominali con vomito e diarrea, tremore diffuso, disturbi visivi e alterazione del ritmo cardiaco. Essi compaiono subito dopo l’ingestione, ma fortunatamente si risolvono

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