proprietà vengono notevolmente amplificate; stimolando eccessivamente la secrezione gastrica, può causare bruciori di stomaco, esofagite e reflusso gastroesofageo; può causare tachicardia, aritmie ed ipertensione arteriosa; ha un effetto ansiogeno e può provocare tremori, insonnia ed eccitabilità; dal punto di vista dell’alimentazione, ad alte dosi la caffeina riduce l’assorbimento del calcio e del ferro, favorendo l’instaurarsi di patologie anemiche o osteoporotiche.
     La caffeina viene utilizzata in molti preparati dimagranti o anticellulite, vendibili senza ricetta medica in quanto considerati rimedi naturali, in quanto favorisce l’utilizzo dei grassi come carburante, risparmiando le riserve di glucosio dei muscoli, aumenta il metabolismo corporeo innalzando la temperatura del corpo (effetto termogenico) e produce effetti analgesici nel sistema nervoso centrale, diminuendo la sensazione di fatica e, di conseguenza, riducendo lo stimolo della fame, che è il problema principale di chi è sempre a dieta. Purtroppo il suo utilizzo non è esente da rischi, soprattutto in soggetti particolarmente sensibili alla sua azione: effetti collaterali anche importanti possono apparire anche solo dopo aver assunto due tazzine di caffè o qualche compressa in più rispetto a quelle consigliate e sono eccitazione eccessiva, emicrania, insonnia, vampate di calore, tremori ed irritabilità, eccessiva perdita di liquidi (effetto diuretico), alterazione del ritmo cardiaco, ipertensione e tachicardia. Bisogna prestare quindi molta attenzione anche ai farmaci che si prendono per perdere qualche chilo di troppo, a volte con eccessiva leggerezza, attratte dal miraggio dell’effetto lipolitico ed anoressizzante che la caffeina ha sull’organismo umano: se assunta in alta percentuale, la caffeina blocca lo stimolo dell’appetito.
     Infine, è utile ricordare ancora una volta che, sempre eccedendo le dosi consigliate, la caffeina può avere effetti estremamente gravi: la dose letale per un uomo è pari a circa 100 grammi ma, nonostante simili dosaggi siano quasi praticamente impossibili da raggiungere, un’iperassunzione cronica di caffè a lungo andare può causare danni anche seri all’organismo. Teniamo presente anche che il contenuto in caffeina del caffè varia in base alla qualità della materia prima (minimo nella Coffea arabica e maggiore nella Coffea robusta) e varia anche in base ai metodi di preparazione: è inferiore nel solubile, intermedio nell’espresso, elevato nella moka tradizionale e massimo nel caffè non filtrato o ottenuto con percolazione gravimetrica (filtraggio dell’acqua dall’alto verso il basso causato dalla forza di gravità n.d.r.) come nel caffè alla napoletana.

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