interpretazioni espresse mediante il codice verbale non bastano per comunicare con la parte inconscia del paziente, le tecniche immaginative e le musiche studiate ad hoc forniscono nuovi parametri per oltrepassare il muro delle controforze che si oppongono al cambiamento intrapsichico.
     Quando le parole non bastano o quando l’interpretazione non “passa”, con la musica possiamo oltrepassare le soglie dell’inconscio e, in chiave psicodinamica, possiamo effettuare un percorso che, con l’ausilio di tecniche somatiche, andiamo a collocare direttamente all’interno di quattro aree:
     Area del Sé: che riguarda il “mondo interno”, i sogni e le fantasie;
     Area del soma: la musica ascoltata in uno stato ipnoide agisce nei processi “immaginativi” facendo risuonare ogni organo somatico;
     Area della comunicazione: la musica ricuce lo scollamento tra suono e senso;
     Area sociale: la musica, come il canto, è aggregazione, è il tendere verso l’altro.
     Con questo lavoro aiutiamo la persona a riattraversare il filogenetico e l’ontogenetico. Le tecniche immaginative applicate con musiche vibrazionali, nella loro struttura morfologica e sintattica, rappresentano le tappe evolutive nelle quali il mondo ha cominciato ad acquisire significato ed ordine.
     La musica, con i suoi risvolti interattivi, psicoacustici, associativi, fisici o simbolici, interviene rinforzando l’Io, permettendo al Sè corporeo di far nascere una nuova “coscienza corporea”. La nostra psicoterapia di rilassamento con musica, sfrutta le potenzialità dell’immaginario sollecitate “dall’ascolto” del corpo che stimola la creatività, ove la progettualità viene prefigurata. La musica è uno strumento comunicazionale in grado di far evolvere il soggetto sulla base delle leggi naturali, ma anche sulla base delle leggi emotive che regolano il mondo mentale. Il nostro lavoro psicosomatico diventa un arricchimento della consapevolezza fisica del Sé corporeo che, agendo in senso psicoterapico, sviluppa interpretazioni che creano “amplificazioni” più profonde rispetto all’interpretazione verbale.
     Sotto il profilo psicoterapico più direttivo, la musica rilassa, favorendo la regressione a stadi corporei o prenatali, attivando l’ascolto delle percezioni cenestesiche e agendo sul tono viscerale e muscolare. Tale azione interviene sull’umore e sui ritmi vitali, soprattutto sul ritmo del cuore e del respiro, come avviene nel training autogeno. Agiamo così sull’ansia, sugli attacchi di panico e su vissuti depressivi. Il consistente potere di coinvolgimento razionale ed
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