sapere proprio a tutti quello che ci si racconta.
     Caruso - Amicizie perse dalla notte dei tempi, legami parentali che diventano sempre più divertenti (ad esempio io ho ritrovato un cugino, che poi ho rivisto dopo 25 anni!), persone sconosciute che cercano di ammorbare il tuo spazio immaginario presente nel web, gruppi di ogni tipo in cui si esprimono tutte le frustrazioni dell’uomo, dalle cause ideali, alle cause sessuali: questo è il panorama di Facebook… “la tristezza dei rapporti umani”.
     Vent’anni fa la mamma diceva al figlio: “Dove vai?” e il figlio rispondeva: “Vado in piazza… o in centro, o al bar, o sul corso per una passeggiata ecc…” Alla stessa domanda adesso il figlio risponde: “Vado su MSN o su fb o altra chat”. Tra poco anche il piacere di Venere o di Bacco li troveremo in forma virtuale. Così ad esempio già in America, con appositi sensori e filmati in 3D, virtualmente è possibile fare all’amore con la donna dei propri sogni, non so poi come si arrivi al culmine dell’amplesso, visto che comunque manca il contatto corporeo o la stimolazione dei centri del piacere.
     Altro esempio sono le nuove droghe virtuali “I-Doser”, file audio che si trovano sul web. Tra poco son convinto che ci metteranno un microchip nel cervello e ci daranno tutte le emozioni di cui abbiamo bisogno.
     Sul web tutto è possibile, tranne… amare. In poche parole si è perso il concetto di “piazza”, di incontro in “carne ed ossa”. In Fb ognuno acquista “punti” in base al numeri di amici che possiede, quando poi nella realtà non ne esiste nemmeno uno. Ognuno si potenzia “naricisisticamente” mettendo in vetrina il meglio di sé. È la vetrina dell’Immagine Virtuale di Sé. Con tale immagine lo stesso Obama ha vinto le sue elezioni: così dicono i media. Cabarettisti, politici, ciarlatani e “lucciole”, illuminano queste vetrine.
     Il concetto di piazza si ritrova in Internet. Comodamente dalla propria poltrona ognuno può effettuare delle tranquille “vasche” incontrando gli “amici”: come si faceva una volta nei centri storici delle città. Così facendo non vi è spreco di energia, dove ognuno, in chiave “narcisistica”, rischia nulla: osa, discute, dialoga, ma alla fine c’è solo la bugia di un rapporto umano. Dall’altra bisogna chiedersi perché i “reality”, come “Il grande fratello”, “L’Isola dei famosi” ecc., hanno un grande successo? La risposta è semplice, le persone che vi partecipano vengono immessi in una sorta di “deprivazione sensoriale” e nello stesso tempo sono posti in una vera piazza, sotto lo sguardo di tutti. Passa il tempo e, man mano, la vera natura umana dei partecipanti, esce fuori: questo non succede in tutti. Il voyerista-telespettatore tranquillamente osservando tali

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