questione non potrà probabilmente più passare sotto silenzio, sarà possibile mappare il territorio marino che ospita i materiali tossici e individuare, a quanto ammesso dallo stesso Fonti, almeno altri venti relitti con lo stesso tipo di carico velenoso, affondati dagli anni '80 ad oggi.
     Se la vicenda è già di per sé inquietante, la domanda che ci si pone riguarda chi abbia commissionato l'incarico alla 'Ndrangheta. Fonti parla con estrema disinvoltura di esponenti dei servizi segreti italiani e di politici che avrebbero ricoperto un ruolo chiave nella vicenda. Le dichiarazioni del pentito sono, infatti, note agli inquirenti da ormai diversi anni e confermano quanto già a conoscenza del primo governo Berlusconi, ovvero l’esistenza di un disegno criminale finalizzato a smaltire rifiuti tossici in mare. La maggiore perplessità riguarda l’operato dell’Esecutivo che, informato di tale situazione, non solo non ha mai dato risalto alla vicenda, ma non ha mai attivato il ministero competente, gli enti locali, le Procure e chiunque potesse svolgere un ruolo di accertamento e di verifica per scoperchiare un’attività criminale che ha attentato e che attenta alla salute pubblica. Ciò che oggi è lecito attendersi dal Governo è che vengano attivati rapidamente, al di là dei flash mediatici che fotografano una situazione ormai chiara, la quale verosimilmente investe tutto il territorio nazionale e non solo i fondali marini, tutti i settori istituzionali per impostare un'azione coordinata a supporto della magistratura che indaga sulla vicenda, tenuto conto che non è ardito ipotizzare, almeno nell’attuale situazione denunciata, un grave rischio per l'ecosistema marino e per la salute della popolazione.
     Inoltre, la tesi accreditata degli affondamenti varcherebbe i confini nazionali e coinvolgerebbe anche la Somalia e con essa la morte di Ilaria Alpi per le inchieste condotte sui traffici di rifiuti ed armi con il paese africano. Rimane il fatto provato che il presidente del Consiglio dei Ministri dell'epoca – a quanto si apprende dalla commissione d'inchiesta – fosse stato informato di quanto accadeva, dal momento che i documenti riguardavano la sicurezza dello Stato, senza aver mai provveduto ad attivare le procedure di verifica e di indagine. È fatto noto che il traffico dei rifiuti tossici, appannaggio delle ecomafie, muove interessi sovranazionali che coinvolgono in primis le Istituzioni, responsabili, nella circostanza, di aver mantenuto un silenzio assordante sulla vicenda e che attraverso i propri occulti manovratori dovevano gestire il problema avvalendosi dell’apporto di manovalanza adeguatamente retribuita.
     In questo ambiguo quadro di omissioni, di rapporti equivoci, di interessi convergenti e di denaro, la 'Ndrangheta avrebbe svolto solamente il ruolo di esecutore materiale per coprire ben più grandi e torbide manovre economico-politiche.

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