che sbarcheranno sull’isola verranno rimpatriati nel giro di pochi giorni, ma è proprio questa promessa che preoccupa il comune cittadino il quale, non potendo verificare di persona l’efficacia del provvedimento e soprattutto l’effettivo rimpatrio degli indesiderati, dovrà fideisticamente credere nelle parole del ministro leghista. A gennaio, come dichiarato da Maroni, sarebbero dovuti partire i pattugliamenti delle coste libiche, il cui governo continua a fare orecchie da mercante nonostante gli siano piovuti dal cielo ben cinque miliardi di euro promessi dal mecenate Berlusconi a titolo di risarcimento per gli “ingenti” danni coloniali. Il ministro leghista, inoltre, ha definito quella di Lampedusa una vera e propria emergenza nazionale, chiosando che "all'emergenza si risponde con l'emergenza". Parole che permetteranno ai cittadini italiani di dormire tra due guanciali visto che la questione clandestini, che sembra tanto evocare la “questione meridionale” di Vittorini, avrebbe dovuto essere già archiviata da qualche lustro stando alle promesse di sornioni politici che si sono scambiati le poltrone del potere nell’ultimo decennio.
     Ovviamente, non poteva che infuriare la polemica tra i poli sulle politiche d’immigrazione adottate del governo e, in particolare, su quel Trattato di amicizia che il munifico Cavaliere ha sottoscritto con il turbolento Colonnello libico per limitare l’arrivo degli extra comunitari sulle coste italiane, ma l’accordo ancora non è stato ratificato dal Parlamento e così, in attesa del nulla osta da Montecitorio, l’intramontabile Colonnello ha sospeso l’inizio dei controlli sul proprio territorio, autorizzando di fatto le partenze dell’esercito dei clandestini per la Sicilia con una puntualità sconosciuta anche ai traghetti della Tirrenia o della Siremar i cui vertici, ironia della sorte, sono febbrilmente concentrati nello stabilire quali collegamenti tagliare verso le isole minori per contenere le spese di gestione.
     Se il ministro dell’Interno indugia quello della Difesa, La Russa, prende alla lettera l’impegno del proprio dicastero e “si difende” facendo appello alla diplomazia. La paradossale giustificazione, che suona come una resa d’armi, culmina con la constatazione che i tempi del governo di Tripoli sono levantini, concludendo con una paterna tirata d’orecchi per i tempi altrettanto levantini del Parlamento italiano che deve ancora ratificare l'accordo di Amicizia e Cooperazione firmato alla fine di agosto con la Libia. L’opposizione, nel frattempo, gongola e denuncia le lacune del governo che testimoniano il fallimento della tanto decantata strategia contro l’immigrazione clandestina agitata come un

        pagina 02 di 03
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Bergamo, Italia, Libia, Maroni, La Russa, Immigrati, Lampedusa, Tirrenia, Sbarchi, Provvedimenti