astronomiche effettuate attraverso un nuovo strumento costruito in Olanda, che lo scienziato contribuì a migliorare: il telescopio. Nel 1609 pubblicò “Nuova Astronomia”, contenente le prime due leggi del moto planetario.
     Galileo aveva tenuto a Padova delle lezioni di meccanica e il suo “Trattato di meccaniche”, edito a Parigi nel 1634, era il risultato dei suoi corsi che traevano ispirazione dalle “Questioni Meccaniche” di Aristotele. Diversamente dal filosofo greco, secondo il quale esistono solo due “moti spontanei” dipendenti dalla sostanza dei corpi, uno verso il basso, tipico dei corpi di terra ed acqua, ed uno verso l’alto, tipico dei corpi d’aria e di fuoco, Galileo sosteneva che qualunque corpo tende a cadere verso il basso, verso il centro della Terra: se vi sono corpi che salgono verso l’alto è perché il mezzo nel quale si trovano, avendo un peso specifico maggiore, li spinge verso l’alto, secondo il principio già espresso da Archimede. Nello stesso periodo, Galileo si attrezzò con un artigiano che abitava nella sua stessa casa e creò una piccola officina nella quale eseguì esprimenti e fabbricò strumenti che vendeva per arrotondare lo stipendio: è del 1953 la macchina che porta l’acqua a livelli più alti, per la quale egli ottenne il brevetto ventennale per l’utilizzo pubblico.
     Durante le sue osservazioni astronomiche, Galileo approfondì le osservazioni della superficie lunare, ottenne informazioni più precise sulla composizione della Via Lattea e scoprì quattro dei sessantatre satelliti di Giove, scoperta che fu pubblicata nel 1610 nel “Siderus Nuncius”: la scoperta, da lui battezzata in primo tempo “Cosmica Siderea”, cambiò successivamente nome in “Medicea Siderea” (pianeti medicei), in onore di Cosimo II de’Medici, Granduca di Toscana: un tentativo di Galileo di guadagnarsi la gratitudine della Casa medicea ed ottenere protezione in vista della presentazione della scoperta al mondo scientifico di quelle novità che avrebbero certamente suscitato scalpore. In seguito, su suggerimento di Keplero, i satelliti prenderanno il nome di Europa, Io, Ganimede e Callisto, nomi con i quali sono conosciuti tutt’oggi. La pubblicazione sul “Siderus Nuncius” suscitò molte lodi, ma anche molte critiche e furono messe in dubbio anche la realtà di molte sue altre scoperte. La Chiesa non vedeva di buon occhio le sue scoperte e le sue teorie rivoluzionarie.
     La scoperta di un centro del moto che non fosse la Terra cominciò a minare alla base la teoria tolemaica del Cosmo: Galileo, attraverso le sue osservazioni astronomiche, avvalorava la teoria eliocentrica, dimostrando che i pianeti ruotano intorno al Sole e non intorno alla Terra, come fino ad allora si era sempre sostenuto. Purtroppo, le sue teorie erano incompatibili con quanto scritto

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