Venne visitato. Dopo qualche giorno si presentò un medico che gli disse : “Caro Mauro lei è messo proprio male. Non abbiamo altra scelta, farmacologicamente si può fare ben poco, dobbiamo intervenire.” Mauro a quel punto disse : “Quante possibilità ho di riuscita?” Il medico rispose: “Vedremo al momento opportuno.”
     Arrivò il giorno dell’intervento, Mauro rimase sotto i ferri per ben cinque ore: un tour de force operativo. Entrò poi in rianimazione, dove una voce dolce e suadente cominciò a chiamarlo: “Mauro… Mauro… è andato tutto bene. “ Venne la sera e, sempre in rianimazione, si presentò un medico sulla trentina d’anni, con capelli lunghi e un orecchino, il quale disse: “Ciao Mauro, io sono il medico di turno… mi occuperò di te.” Mauro guardò il medico e gli disse: “Ma tu quanti anni hai?” Il medico sbalordito si mise a ridere, Mauro aggiunse: ”Sai, di primo acchito non ti darei una lira.”
     Arrivò la sera, le infermiere monitoravano tutti i pazienti mediante video, ad un certo punto, a notte fonda, scoppiò l’inferno. Qualche persona stava rischiando di lasciare inconcluso l’esito dell’operazione e quel medico, tra punture di adrenalina ed uso del defibrillatore, cominciò a lavorare tra un paziente e l’altro. Mauro alla fine si addormentò. Al risveglio contò le persone che erano con lui la sera precedente: c’erano tutti! Mauro chiamò il medico, lui arrivò e gli disse : “Grazie, volevo complimentarmi con lei.“ Mauro cominciò a riprendersi e strinse una grande amicizia con un ragazzo di 36 anni che veniva da Marsala. Amico di strane avventure, che pochi potranno capire. Mauro continuerà poi nella riabilitazione e oggi ha ripreso a sorridere.
     Accanto alla malasanità , dunque, bisogna anche sottolineare che esistono medici che si battono per i loro pazienti fino allo stremo, medici che credono nel giuramento di Ippocrate, che non si fermano dinanzi alle pure parvenze diagnostiche, non lasciano niente al caso e nulla d’intentato.
     Io incontrai Mauro dopo qualche mese e lui mi raccontò in modo dettagliato questa storia. “Enrico,” mi disse, “la vita dura un secondo, sta a noi come vivere questo secondo. La morte è lì, questa volta non mi ha voluto, grazie all’intercessione dei medici. Stiamo a correre, a fare, a progettare… E poi, dopo poco, tutta la tua piramide costruita crolla. Questo secondo della vita adesso cercherò di viverlo al meglio. Dobbiamo accettare i nostri limiti e non pretendere dal corpo l’impossibile. La salute e la famiglia sono le cose più importanti che ci sono state date. Tutto il resto è solo fuffa.”
     “La vita è una continua risoluzione di problemi: problemi economici, problemi con i figli, difficoltà di coppia, problemi con i vicini, con gli amici, con il capo… problemi… problemi… problemi. Ma quando il corpo che ‘abitiamo’ non funziona cosa pensiamo di risolvere? E tutti gli altri problemi sono così superiori rispetto

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