“Un ricordo bellissimo del Tour con gli 883 è legato alle date che abbiamo fatto in Austria e Germania, perché sono due Paesi che respirano profondamente la cultura della musica classica e quindi hai il senso, tu, da musicista, che stai ripercorrendo le orme di quei grandi nomi che fanno parte dell'immaginario collettivo quando pensiamo a un violino, a un pianoforte, a una chitarra, a una chiave di violino o comunque a uno spartito. Chi non conosce Bach? Chi non conosce Mozart? E quando ci si trova nel posto dove hanno fatto i loro concerti avverti comunque della magia.”
     La chitarra… che cosa significa per te questo strumento?
     “La chitarra, innanzitutto, per me è un oggetto, smitizziamo tutto questo voler dire ‘c'è un’anima…’, è un oggetto, un oggetto bello. Per me è un bicchiere, un bicchiere vuoto che io posso riempire con dell'acqua, del buon vino, del cattivo vino, dello champagne, sta a me. Lo strumento non deve mai prevalere, non ho un contatto con lo strumento, la mia chitarra non dorme con me, io non ho chitarre nella mia stanza da letto, perché è quasi come se io volessi ricordarmi di voler tenere distante l'oggetto, perché di oggetto si tratta, quindi la mia confidenza con la chitarra è grandissima, però è il classico amore/odio, è il classico: se vogliamo stare bene insieme ognuno deve avere il proprio spazio. Quindi la lascio spesso lontana da me. È senz'altro uno strumento fantastico ed è totalmente indossabile, questo è il motivo per cui sono passato dal pianoforte alla chitarra, per la fisicità che io riesco a imprimere allo strumento, la vibrazione, quando vibra, vibra sul mio corpo quando è a tracolla, quando suono seduto sento un altro tipo di vibrazione, quando sono sul divano si inclina leggermente quindi ha un sapore e un gusto diverso.” E Bacchus? “Bacchus è un'azienda speciale, un'azienda giapponese che produce a mano strumenti su misura per i musicisti, per gli intenditori. In questo momento la collaborazione con i giapponesi, che è stata ottima fin dall'inizio, e con cui ci proponiamo di sviluppare strumenti sempre più eccelsi, mi porta ad avere oggi un modello tutto mio, color oro, perché mi piace il concetto del lusso, non tanto per mostrare, quanto per colpire e attirare l'attenzione. Il momento particolare di crisi che stiamo attraversando fa diventare scaramantico l'utilizzo di uno strumento con un look così audace. Dal rombo di un motore è nato poi il modello rosso, realizzato (in edizione limitata) per la collaborazione con la Nazionale Piloti e le Scuderie Ferrari Club, utilizzato durante la manifestazione benefica del 9 settembre 2009 ‘Un Cuore per l'Abruzzo’, svoltasi allo Stadio Brianteo di Monza. Si tratta di un modello più ‘rumoroso’ perché grazie ad alcune elaborazioni ha delle particolarità quali livello del volume più alto, tastiera più veloce, e… più caro di prezzo. Da Bacchus inoltre sono stato scelto come testimonial per il mercato italiano, grazie alle mie esperienze in ambito europeo e per il progetto PAST PART TWO, che incontra grande apprezzamento nel popolo del Sol Levante, da sempre grande estimatore della musica classica.”

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Bergamo, Musicista, Bergamasco, Intervista, Fabrizio, Frigeni, Past Part Two, Bacchus, Progetto, Paolo Acquati