assistiamo sono deliranti: attorno ad un tavolo enorme piazzato al centro del negozio, due signore taglia decisamente oversize si ostinano a rimescolare l’infinità di maglie e maglioncini in vendita, tutti tassativamente taglia S così come recita il cartellone appiccicato ad esso: “Maglie a Euro 9,90 – solo taglie XS e S”. Sono paonazze dallo sforzo, le mani appiccicaticce e i capelli scarmigliati: possibile che non possano usare la loro perseveranza in una dieta per perdere qualche chiletto invece di rischiare l’infarto alla ricerca di un maglione che non può, in nessun modo e per nessuna ragione, contenere le loro abbondanti forme (le leggi della fisica sono sacrosante, come dice sempre il caro Direttore!)?
     Avviciniamo una bella signora oltre la cinquantina e le chiediamo se è riuscita a trovare qualcosa in saldo. “Macchè” ci risponde con un sorriso “Sono entrata perché in vetrina ho visto un bel tubino nero, con una fascia rossa in mezzo, ad un prezzo sbalorditivo: solo 20 euro. Incredula, l’ho cercato nel negozio e quando l’ho avuto in mano mi sono accorta che è uguale, in tutto e per tutto, al mio abito di fidanzamento, peccato che erano gli anni ‘60! L’avranno mica tirato fuori da qualche armadio? L’ho anche annusato per vedere se sapeva di naftalina” Sorridiamo anche noi, con la scusa che i Sixties sono tornati pensano di prenderci per il naso? “L’assurdo è che, mentre riponevo la gruccia sullo stand, una ragazza bella come una modella me lo ha letteralmente stappato di mano! Alla mia rimostranza, si è scusata dicendo che siccome a me non interessava… È assurdo, fare i saldi sembra esser diventato una guerra, devi stare attenta a non lasciar cadere niente dalle mani altrimenti non lo ritrovi più!”
     Siamo sempre più sconcertati, ma insistiamo ancora: possibile che tutti i negozi siano così? Entriamo in altro e la tristezza ci assale quando ci rendiamo conto che i vestiti in vendita sembrano perlopiù usciti dai sacchi dei vestiti usati e recuperati dalla Croce Rossa (destinati alle persone bisognose e non di certo adatti alla vendita) e soprattutto che fra quello che c’è in vendita, nella confusione totale, ci sono anche tanti, troppi, avanzi di magazzino e fine collezioni precedenti. Ahimè, constatiamo a nostre spese anche un altro fatto: in mezzo allo stand dei “Pantaloni a euro 19,90” ne troviamo un paio decisamente carini. Dopo averli attentamente valutati, soprattutto dopo non averli provati per inagibilità dei camerini causa code chilometriche stile autostrada del mare nel giorno dell’esodo estivo, ci decidiamo per l’acquisto salvo poi scoprire, in cassa, che il pantalone non è in saldo, ma costa ben euro 89,90, il cartellino del prezzo si è staccato nella confusione e le commesse non sanno spiegare come il

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